AATI Cagliari

 DATES: June 20-June 25, 2018

 

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Accepted Papers

 

Accepted Sessions

Session 57:  I percorsi e i risultati della filologia deleddiana: verso

una edizione nazionale dell’opera omnia.

Organizzatore: Dino Manca (Università degli Studi di Sassari), (dinomanca@uniss.it).

 

OBIETTIVI:

La sessione proposta vuole essere un omaggio alla personalità e

all’opera di Grazia Deledda. Tramite l’operazione artistica della scrittrice

nuorese, culminata col premio Nobel (prima donna in Italia e seconda al

mondo), la Sardegna è entrata, infatti, a far parte dell’immaginario europeo.

Oggi gli studiosi hanno a loro disposizione una buona bibliografia che,

soprattutto negli ultimi anni, ha – grazie agli apporti della filologia, della

linguistica e dell’antropologia – aggiornato, se non riveduto e corretto,

una vecchia vulgata critica che non di rado ha relegato la sua figura in

ambiti esclusivamente nazionali se non addirittura regionali.

Finalmente si può parlare, alla luce delle ultime ricerche, di una grande

scrittrice europea di respiro universale. I nuovi studi, infatti, dimostrano

(attraverso le inedite indagini sulla produzione, restituzione, circolazione

e fruizione del testo) come e quanto la sua opera abbia nel Novecento

rivestito un ruolo importante in un contesto internazionale, grazie

alla sua capacità di suscitare nel lettore europeo (e non solo italiano)

un bisogno di autenticità, grazie all’appassionata rappresentazione

dell’«automodello» sardo e alla proiezione simbolica del suo universale

concreto.

 

Tuttavia, lo stato dell’arte evidenzia ancora importanti lacune nelle ricerche.

Finora, ad esempio, si è dedicata scarsa attenzione alle relazioni

tra la produzione precoce e i romanzi della maturità. Ci si dovrà sempre

più applicare sulle questioni filologiche e linguistiche che, misurando

l’impatto della variazione sulle diverse redazioni della medesima opera a

distanza di decenni, potrebbero aiutarci a ricostruire porzioni importanti

del quadro movimentato della stagione durante la quale la lingua degli italiani

si andava assestando.

 

La sessione è aperta a proposte che esaminino soprattutto da un punto

di vista filologico, linguistico e antropologico le opere e i carteggi della Deledda.

Sono particolarmente graditi, inoltre, tutti quei contributi che in qualche

modo prendano in esame le questioni relative alla produzione, circolazione e

ricezione del testo deleddiano.

 

Partendo dagli attuali apporti della critica filologica, linguistica ed

ermeneutica e dallo studio dei processi correttori si vuole, infatti, arrivare

a definire gli orientamenti di senso che preparino e conducano

all’allestimento dell’ edizione nazionale dell’opera omnia .

 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2018 delle proposte di circa

250 parole, accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione

a Dino Manca (dinomanca@uniss.it).

 

 

Session 56: Motivare l’apprendimento attraverso la 

contestualizzazione dell’Italiano L2

Organizer: Antonella Dell’Anna (Arizona State University), antonella.dellanna@asu.edu  

 

Secondo le analisi effettuate da American Council on the Teaching of Foreign Language, uno studente di Italiano L2 dovrebbe essere esposto  a circa 480 ore di insegnamento per raggiungere un livello di apprendimento adeguato (intermediate high-advanced low/mid)¹.  Ma accade spesso, specialmente a livello universitario, che le ore a disposizione per l’insegnamento della lingua siano di molto inferiori,  limitate sia da requisiti accademici sia dall’interesse degli studenti. 

 

Si invitano i colleghi a presentare contributi su metodi, progetti  o corsi innovativi  che permettano la contestualizzazione dello studio della lingua e cultura italiana, nella convinzione che  cio` possa motivare gli studenti ad espandere l’apprendimento  al di là del limite temporale dell’ora di lezione.  

 

La sessione e` aperta, ma non limitata, a presentazioni su progetti o corsi che coinvolgano gli studenti di Italiano  e che siano  inerenti  al mondo del lavoro, stage, training, internship in Italia o presso comunità italiane, progetti di volontariato, comunicazioni con studenti o professionisti in Italia o di origine italiana, italiano per le professioni, ecc. 

 

Si prega di inviare una descrizione delle proposte (250 parole) in Inglese o Italiano e una breve biografia entro il 15 Febbraio 2018 ad antonella.dellanna@asu.edu  

 

 

Session 55: Genesi del giudizio: figure e riti del sentimento di giustizia nella letteratura contemporanea delle grandi isole

Organizzatore: Antonio Spampinaton (Université Paris-Nanterre), anto.spampi@gmail.com

 

 

            Incrociando le testimonianze letterarie della Sardegna e della Sicilia contemporanee, per il panel si propone di indagare le forme espressive di un sentimento di giustizia fortemente radicato nella cultura delle due grandi isole. Rappresentazioni letterarie diffuse che restituiscono un bisogno che si alimenta a partire dalla condizione di isolamento e lontananza dallo Stato.

            Suggerendo solo a titolo d’esempio Grazia Deledda ( La giustizia ), Salvatore Satta ( Il giorno del giudizio ), Gonario Pinna ( Il pastore sardo e la giustizia ) e le opere di scrittori siciliani come Giovanni Verga, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo e Giuseppe Fava, si invita a partecipare al panel con interventi su questi come altri autori sardi e siciliani.

            Lo scopo è quello di promuovere un confronto da cui possa emergere e rafforzarsi un legame letterario e culturale su un tema caro alle due isole in ragione della loro storia e identità.

 

Session 54: Epifanie entomologiche: attrazione, ribrezzo, passione, verità svelata in letteratura

Organizzatori: Daniela Bombara (Università di Messina), daniela.bombara63@gmail.com ;  Monica Biasiolo (Universität Augsburg), monica_biasiolo@icloud.com ; Diego Varini (Università degli Studi di Parma), diego.varini@unipr.it

 

Sporchi, brulicanti, orribili, ma anche aerei, armonici, ‘sapienti’, gli insetti sono presenze costanti, spesso

problematiche e inquietanti, nel panorama letterario italiano. Agli antipodi dell’umano, gli insetti incarnano

un grado zero dell’essere – l’esistenza irriflessa e senza pensiero, puro istinto di sopravvivenza –, pre-umano e pre-individuale. Il loro affollarsi nella pagina scritta individua, talvolta descrive in chiave allegorica le paure dell’uomo: la catastrofe improvvisa, il Male in sé (Satana è signore delle mosche; in Pirandello la mosca è malattia e odio al tempo stesso), l’angoscia dell’omologazione, in senso biologico e politico. Le minime dimensioni suggeriscono la marginalità dell’insetto, che diventa figura delle zone più nascoste dell’io – lo scarafaggio/rimorso di Zeno – o di un soprannaturale perturbante sotto la liscia superficie del reale; si pensi al Landolfi delle raccolte Le labrene e Il mar delle blatte, la cui forza ermeneutica squarcia il velo di una realtà solo apparentemente pacifica.

Su un altro versante troviamo la laboriosità e le mirabili architetture delle api, la leggerezza per definizione

effimera della farfalla, la petulante saggezza del grillo, voce della coscienza nel Pinocchio di Collodi; a partire dai classici antichi (Esopo, Fedro) fino agli scrittori contemporanei (Primo Levi, Pasolini e oltre) –

passando per l’età dell’Umanesimo e del Rinascimento, nelle diverse declinazioni volta a volta didascaliche, eroicomiche e variamente allegoriche del tema entomologico (dalla Moscheide del Folengo alle Api del Rucellai), e per il Settecento dei Lumi (a partire dal complesso dibattito sulle Fables di La Fontaine, e dalla modellizzante Favola delle api di Bernard de Mandeville) – l’uomo si rispecchia, a livello simbolico e morale, negli insetti ‘buoni’, respinge da sé il diverso, il mostruoso, il disgustoso che gli insetti ‘cattivi’ rappresentano.

 

Infine lo stesso lavoro dello scrittore, minuzioso, pedante, ormai privo di ‘aura’ e di prestigio, finisce per

somigliare a un’attività entomologica, sotterranea, che erode e smonta la sostanza del reale, pur

rimanendone sempre ai margini.

 

Partendo da questi suggerimenti ci si propone di indagare la presenza e la metaforologia dell’insetto nella

cultura e letteratura italiana (anche in prospettiva comparatistica), prendendo in considerazione i seguenti

possibili spunti di indagine, da intendersi in senso unicamente orientativo:

– rappresentazioni di insetti nella tradizione letteraria italiana

– tematizzazioni didascaliche e allegorie entomologiche

– trasformazioni diacroniche del tema entomologico attraverso i secoli e i contesti

– intersezioni fra generi e discorsi letterari/artistici (musica, pittura, teatro, cinema, fumetto, ecc.)

– simboli e stigmi legati all’immagine dell’insetto

– riscritture del tema

Si prega di inviare un abstract di 250/300 parole e un breve CV, entro e non oltre il 10 marzo 2018, a

Monica Biasiolo monica_biasiolo@icloud.com

Daniela Bombara daniela.bombara63@gmail.com

Diego Varini diego.varini@unipr.it

 

Session 53: LE OPERE RINNEGATE NELLA LETTERATURA ITALIANA DEL NOVECENTO

Organizzatore: CARLO SERAFINI, carlo.serafini@unitus.it

 

        Il progetto di ricerca si articola intorno a quelle opere, edite o inedite, che per una serie di processi o circostanze storico – politiche che si andranno ad indagare, sono state nell’arco del XX secolo oggetto di ritrattazione o di rielaborazione da parte degli stessi autori, per ragioni culturali o letterarie, di ‘pentimento’, o di conversioni letterarie.

Per ‘opere rinnegate’ si vuole intendere un ambito di scritti che comprende:

  • opere conservate e mai pubblicate per volontà dell’autore;
  • opere uscite postume, editate per volontà degli eredi o dei curatori, ma rispetto alle quali sia documentabile la “non volontà” di pubblicazione dell’autore vivente;
  • opere distrutte dall’autore stesso, di cui restano testimonianze e documenti;
  • opere pubblicate e rinnegate dopo la pubblicazione;
  • opere escluse, con motivazioni documentabili, nelle riorganizzazioni delle opere o in antologie compiute in vita dall’autore stesso.

 

    Il tema della ritrattazione (o rielaborazione) dell’opera, presente nella letteratura in tutti i tempi (basti pensare all’Eneide o all’opera del Tasso), non è ancora mai stato oggetto di uno studio apposito per quel che riguarda il XX secolo. Ne è prova la quasi totale assenza di scritti teorici specifici sull’argomento. Questo viene trattato solo di riflesso in alcuni saggi relativi ai processi di autocensura (Lavagetto, Longo, Orlando) o relativi ai rapporti autore-testo ma sotto altre dinamiche (vedi ad es. i testi di  Firpo, Agosti, Weinrich e Starobinski). Il tema acquista invece nel Novecento un significato particolare, tenendo conto delle particolarità del secolo, quale periodo non solo di crisi dell’uomo, ma anche di profonde trasformazioni politiche e storico-sociali, con inevitabili ripercussioni sull’immaginario collettivo e sull’identità e sul ruolo dell’intellettuale. Va inoltre considerata la rapidità del succedersi degli avvenimenti, e la profonda modificazione che nel secolo si è manifestata sul tessuto linguistico italiano, soprattutto dal secondo dopoguerra in poi, da quando cioè l’irreversibile processo dell’industrializzazione ha invaso tutti i settori della vita, compreso quello culturale e letterario. Non sono rari i casi quindi di scrittori e poeti che, avendo attraversato gran parte del secolo, si sono trovati, nell’arco anche di un solo decennio, a fare i conti con realtà e linguaggi radicalmente differenti rispetto ai quali diventa inevitabile rileggere la propria opera, edita o inedita.

Lo scrittore, o poeta, che si pente, che non pubblica o ritratta opere composte o parti intere di opere, rappresenta quindi nel Novecento un oggetto di studio particolarmente interessante.

 

La ricerca consiste dunque nell’individuare e studiare materiali, documentazione utili per far luce sui processi di revisione, di rifacimento o distruzione delle opere, che rientrano nell’ambito di indagine. Vengono analizzati i passaggi e le “svolte”, individuali o collettive, a livello ideologico, esistenziale e stilistico che modificano la prospettiva e la valutazione, da parte dell’autore, nell’ambito della propria produzione e “Weltanschauung”. Particolare attenzione rivestono i periodi di inattività letteraria, o la curva di distribuzione delle singole opere nelle diverse fasi dell’attività creatrice dello scrittore o poeta.

Oggetto di studio saranno:

  • documenti inediti
  •  epistolari
  • materiali conservati dagli eredi degli scrittori
  • manoscritti o bozze chiosate
  • appunti autografi
  • fondi ed archivi delle case editrici

 

Per quel che riguarda le motivazioni che spingono alla ritrattazione, si intende analizzare alcuni filoni principali. Partendo da quello storico-politico, si pensi agli esempi significativi che si possono riscontrare nell’opera di Vitaliano Brancati, o di Guido Piovene, in ragione dei difficili e controversi rapporti che i due scrittori ebbero con il fascismo; come anche in episodi singoli, tipo l’abiura di Moravia sul quotidiano fascista “Il Tevere” rispetto a  Gli Indifferenti o, su dinamiche differenti, le vicende e le conflittualità legate all’uscita del volume sull’ America di Italo Calvino. Calvino, infatti, si recò in America nei primi di novembre del 1959. Nell’estate del 1960 sulle pagine dell’ “Europeo”, parlando con Carlo Bo, racconta di come quel viaggio avesse lasciato un segno importante nella sua personalità e della sua volontà di scrivere un libro. Calvino lo scriverà, ma il volume non arrivò mai alle stampe per volontà dello stesso autore che lo distrusse in bozze, entusiasta dell’America o di un particolare volto dell’America che comunque difficilmente avrebbe potuto presentare in quegli anni soprattutto negli ambienti della Einaudi. Del libro vedrà la luce solo Diario americano 1960, che Calvino stesso ammise essere l’ultima parte del libro non pubblicato.

Ancora tra le motivazioni storico-politiche rientra il caso di Romano Bilenchi, significativo anche in ragione del fatto che nell’ambito dello studio occorre tenere presenti non solo le motivazioni esterne ed estranee ai motivi della composizione di un testo, quanto anche l’attiva responsabilità che lo scrittore stesso sentiva, consapevole o meno, di dover assumere rispetto al contesto, ossia che tipo di filtro il processo di autocensura abbia costituito nella realizzazione dell’opera.

 Dai manoscritti di Romano Bilenchi viene infatti a galla tutto un travaglio di interventi, che pur rispettando la fabula del testo originario, da spesso insieme origine a una nuova stesura stilistica o addirittura a una nuova redazione. Di strettissima attualità il caso sollevato da Giorgio Van Straten in un articolo apparso sul “Corriere della sera”in cui si parla di un romanzo d’amore inedito scritto negli anni 50 e mai pubblicato. Bilenchi, come si sa, non ha pubblicato praticamente niente fra il 1942 (quando uscì uno dei suoi capolavori, La siccità) e il 1972, quando dette alle stampe Il bottone di Stalingrado. Trent’ anni di vuoto in cui la professione di giornalista, ma probabilmente anche la contraddizione fra la sua idea di letteratura e quella neorealista del partito al quale fu iscritto fino al 1956, ovvero il Pci, sembravano avergli impedito di dedicarsi alla scrittura. Invece c’è testimonianza di un romanzo che Maria Bilenchi, la moglie dello scrittore, dice sia stato scritto dal marito alla metà degli anni Cinquanta. Si collocava dunque in mezzo a quel vuoto, dava conto di un periodo che si pensava fosse stato completamente sterile. In più era una storia d’ amore , come Bilenchi non aveva mai raccontato in nessun testo precedente o successivo, la trasposizione di una vicenda reale, nascosta, la sua storia d’ amore con la stessa  Maria, iniziata quando la sua prima moglie era ancora viva, motivo che probabilmente era all’ origine del fatto che quel romanzo fosse finito nel cassetto e non pubblicato. Infine: la narrativa di Romano Bilenchi era sempre stata una narrativa di memoria, in cui un lungo intervallo di anni si frapponeva fra il momento della scrittura e quello dell’ epoca a cui si riferiva la storia. In questo caso invece il racconto era quasi in presa diretta, si misurava con qualcosa che stava accadendo o era appena accaduto. Il romanzo è stato letto dallo scrittore Claudio Piersanti, dalla dirigente editoriale, Benedetta Centovalli e da Giorgio Van Straten, mentre la fotocopia conservata al centro manoscritti di Pavia, sarebbe stata ripresa e bruciata dalla moglie assieme alle lettere… Ma è pensabile che nessuno dei fortunati lettori ne abbia fatta una copia per sé? E attorno al romanzo  fioritura di riflessioni e documenti  può essere cresciuto?

Come testimonianza di “opere rinnegate” per motivazioni estetico-letterarie, il caso di Massimo Bontempelli è tra i più interessanti del Novecento. Bontempelli infatti, come sappiamo, rifiutò esplicitamente la prima parte della sua opera, mandando al rogo tutta una serie di egloghe, di odi, di settenari e sonetti, di tragedie in endecasillabi sciolti, di racconti tra il provinciale e il crepuscolare della sua produzione anteguerra. Tuttavia, pur disconosciuta e isolata, questa esperienza poetica resta come un laboratorio si scrittura, con elementi e motivi che si evolveranno nell’opera successiva.

È oggi possibile avere accesso e studiare una grande quantità di poesie e prose non pubblicate di Giorgio Manganelli, su molte delle quali è appositamente segnato a penna il rifiuto della pubblicazione. Il materiale contiene anche numerosi inediti e scritti preparatori e prime stesure di Hilarotragoedia e Il presepio, oltre a materiali sul viaggio in Africa, su riletture bibliche e a scritti di carattere psicologico sul “suicidio”.

Ancora un interesse ulteriore per il presente studio è venuto da un racconto lungo o romanzo breve di Luigi Malerba, inedito. Si tratta di un’opera per ragazzi intitolata La scala di corda, scritto, abbandonato e ripreso più volte dall’autore e poi volutamente non pubblicato.

Gli esempi riportati costituiscono punti di partenza per il percorso di studio rispetto ai quali o esiste già una bibliografia (ma assolutamente non specifica sul tema di indagine), o non sono ancora mai stati effettuati studi specifici, lasciando poi la possibilità di potersi estendere in ragione dei materiali di volta in volta reperiti.

 

Bibliografia di riferimento

Rapporto autore-testo e le dinamiche dell’autocensura

  • cfr. Nicola Longo, La letteratura proibita, in Letteratura Italiana, diretta da A. Asor Rosa, vol.V, Le questioni, Einaudi, Torino 1986, pp. 965-999;
  • Francesco Orlando, Per una teoria freudiana della letteratura, Einaudi, Torino 1987 (1965);
  • Mario Lavagetto, Freud, la letteratura ed altro (nuova edizione riveduta), Einaudi, Torino 2001;
  • Luigi Firpo, Correzioni d’autore coatte, in AA.VV., Studi e problemi di critica testuale. Convegno di studi di filologia italiana nel centenario della Commissione per i testi di lingua (Bologna, 7-9 aprile 1960), Bologna 1961, pp. 143-157;
  •  Stefano Agosti, Il testo poetico, Teoria e pratiche dell’analisi, Rizzoli, Milano 1972;
  •  Harald Weinrich, Linguistica della menzogna, in Metafora e menzogna: la serenità dell’arte, a cura di L. Ritter Santini, Il Mulino, Bologna 1976;
  •  Jean  Starobinski, Le ragioni del testo, a cura di e trad. it. Carmelo Colangelo, Mondadori, Milano 2003; Id., La maschera e l’uomo, Jaca Book, Milano 1990; Id., Ritratto dell’artista da saltimbanco (1983), trad. it. Corrado Bologna, Bollati Boringhieri, Torino 1984; Id., La coscienza e i suoi antagonisti (1981), trad it. Marina Astrologo e Simona Cigliana, Theoria, Roma 1995;
  • Walter Siti, L’inconscio, in Letteratura Italiana, diretta da A. Asor Rosa, vol.V, Le questioni, Einaudi, Torino 1986, pp.717-764;
  • Francesco Orlando, Letteratura e psicanalisi: alla ricerca dei modelli freudiani, in Letteratura Italiana, diretta da A. Asor Rosa, vol.IV, L’interpretazione, Einaudi, Torino 1986, pp.549-582.

Autori

  • Romano Bilenchi
  1. Nicoletti, Romano Bilenchi, in AA.VV., Un’idea del Novecento. Dieci poeti e dieci narratori italiani del Novecento, a cura di P.Orvieto, presentazione di M. Martelli, Roma, 1984; P. Mazzucchelli, Il “Fondo Romano Bilenchi”, in “Autografo”, III, 1986, 7; G Van Straten ‘Romano Bilenchi, il romanzo inedito che la moglie ha bruciato con le lettere’ Corriere della Sera, 14.7.2010, pag 33.

 

  • Massimo Bontempelli
  • Opere rifiutate

Egloghe, Torino 1904; Verseggiando. Intermezzo di rime, Palermo 1905; Costanza (tragedia in versi), Torino 1905; Odi siciliane, Palermo 1906; Giosue Carducci (estratto del discorso commemorativo tenuto il 16 marzo 1907 all’Aquila), Genova 1907; Socrate moderno (racconti), Torino 1908; Amori (racconti), Torino 1910; Settenari e sonetti (che include le liriche di Verseggiando), Ancona 1910; Odi (che include le Odi siciliane), Modena 1910; Santa Teresa (commedia inedita rappresentata al Teatro Manzoni il 14 maggio 1915); La piccola (dramma), Milano 1916; Teatrino (racconti), Milano 1916;

  • Autore e tema oggetto della ricerca

AA.VV., Massimo Bontempelli scrittore e intellettuale, a cura di C. Donati, Roma 1991; F. Airoldi Namer, Massimo Bontempelli, una vita intensamente inoperosa, Atti del XV congresso AISSLI su Letteratura e industria, Torino 15-19 maggio 1994, a cura di G. Barberi Squarotti e Carlo Ossola, vol.II (Il XX secolo), Firenze 1997; Luigi Baldacci, Massimo Bontempelli, Torino 1967; L. Fontanella, “Realismo magico” e surrealismo razionalizzato di Bontempelli, in Il Surrealismo italiano, Roma 1983, pp. 139-155; Saccone, Massimo Bontempelli. Il mito del ‘900, Napoli 1979; “L’Illuminista”,  anno V, n. 13-14-15, numero monografico su Massimo Bontempelli, Ponte Sisto, Roma 2005.

  • Italo Calvino

 “l’Europeo”, 28 agosto 1960; Cesare Cases, Ricordo di Calvino (1985), in Patrie lettere, Einaudi, Torino 1987, pp. 172-175;  Luca Baranelli, Raniero Panieri e la casa editrice Einaudi. Lettere e documenti 1959-63, in “Linea d’ombra” n.12, novembre 1985; Italo Calvino, I libri degli altri, Einaudi, Torino 1991, p.365; “ABC”, giugno-settembre 1960; “L’Illustrazione italiana”, 88, 1 gennaio 1961, pp. 46-51 e 95-96; “L’Europa letteraria”, II, 8 aprile 1961, pp.59-68; “Tempo presente”, Vi, 6 giugno 1961, pp. 411-418; “Nuovi argomenti”, n.53-54, novembre 1961-febbraio 1962, pp. 164-188; I. Calvino, Saggi, 2 voll., “I Meridiani”, Mondadori, Milano 1995.

  • Luigi Malerba

AA.VV. “L’Illuminista”, anno VI, n.17-18, numero monografico su Luigi Malerba, Ponte Sisto, Roma 2006.

  • Giorgio Manganelli

 I borborigmi di un’anima. Carteggio Manganelli-Anceschi, a c. di Lietta Manganelli, Aragno, Torino 2010; Id., Circolazione a più cuori. Lettere familiari, a c. di Lietta Manganelli, Aragno, Torino 2008.

 

 

Session 52: Il dire poetico dialettale. Ovvero, del dialetto come “lingua” di poesia e non di realtà

Organizer: Chiel Monzone (independent scholar), chielmonzone@libero.it

 

“el mondo è tutto voltò alla roessa… A’ guarde adesso que tutti cerca de contrafare la so’ lengua e quigi che dè faellare in la so’ lengua sì la vuole muare, e tuor la fiorentinesca, e sì dise ch’el no arae sonò bon a faellare in la soa.

 

Le parole di Ruzante evidenziavano che il “tosco parlare” era preferito a quello locale, denso di storia e di significato, e andava imponendosi. Esse appaiono profetiche. A distanza di secoli, l’Italia risulta sdialettizzata nella convinzione di un preteso irrinunciabile progresso linguistico. Il prezzo è la perdita di una ‘storia’ e di un ‘sapere’ antichi, oltre a quella delle radici culturali. Infatti, spesso il dialetto ha rappresentato la “lingua madre” e ha preceduto l’idioma standard.

 

In letteratura, il dialetto ha avuto un’identità, che oggi in qualche modo sopravvive. Non pochi autori lo scelgono per aderire alla propria ispirazione. Così facendo, seguitano a infondergli vita.

 

La sessione focalizza la scrittura nei vari dialetti italiani. Da un lato, l’obiettivo è di continuare a dare “diritto di esistenza” a parlate locali che troppo sbrigativamente, nel nome dell’Unità, sono state ridotte a “dialetti” e scalzate nell’uso; dall’altro, è di mostrare l’interesse tuttora vivo degli studiosi nei loro confronti.

 

Si sollecitano interventi, di max 20 minuti, incentrati sui versi nel dialetto di ogni epoca. Essi potranno affrontare l’argomento in termini generali, ossia la “poesia” in quanto arte dello scrivere in strofe, o puntare l’attenzione su autori in particolare e su aspetti della loro produzione letteraria.

 

Le prospettive di osservazione possono essere molteplici, non solo la letteraria o quella strettamente linguistica.

 

Gli interessati potranno mandare un abstract di non più di 300 parole ed una breve nota biografica a chielmonzone@libero.it entro il 15 febbraio 2018.

 

Session 51: La didattica del lessico in italiano L2 (Proposta Tavola Rotonda)

Organizzatore: Edizioni Edilingua, info9@edilingua.it

 

Nel processo di avanzamento interlinguistico degli apprendenti di una L2, l’importanza della competenza lessicale è condivisa al punto che sembra quasi tautologico ribadirne il peso. Ciò vale per tutti i livelli di competenza, da quelli prebasici (nei quali l’accesso alle parole più che alle corrette strutture sintattiche assume forte valenza pragmatica e funzionale), a quelli avanzati (in cui, per esempio, la scelta della corrette cooccorrenze può essere uno dei criteri per discriminare la cosiddetta competenza nativa da quella quasi nativa).   

Meno pacifica appare la questione della selezione del lessico da proporre in contesti di apprendimento guidato. Il solo criterio quantitativo della frequenza delle parole mostra innegabili limiti, non potendo tenere conto di variabili come i bisogni e i contesti d’uso, il profilo linguistico, il livello degli apprendenti.  

Inoltre, le difficoltà su un piano glottodidattico si intrecciano più a monte con le difficoltà definitorie e di categorizzazione relative a cosa debba intendersi per lessico, al di là della intuitiva nozione di parole “piene”, e su quali siano le competenze da possedere effettivamente per poter asserire di conoscere una parola. 

La tavola rotonda accoglie contributi che vertano sull’insegnamento del lessico in italiano L2 con particolare riferimento ai seguenti temi: 

– selezione del lessico per specifici profili di apprendenti; 

  • il lessico utilizzato nei materiali didattici; 
  • il lessico nel parlato del docente; 
  • criteri di elaborazione di sillabi lessicali;
  • tecniche e strumenti per lo sviluppo della competenza lessicale. 

 

Inviare un abstract di 200-250 parole, accompagnato da una breve nota biografica,  a info9@edilingua.it entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 50: Il colonialismo italiano nei narratori sardi.  

Organizzatore: Franco Manai (The University of Auckland), f.manai@auckland.ac.nz

 

Benvenuto Lobina in Po cantu Biddanoa (1987), Giulio Angioni in Millant’anni (2002) e Luciano Marrocu in Debrà Libanòs (2002) hanno trattato del colonialismo italiano quando in Sardegna tale tema veniva discusso assieme a quello identitario e linguistico e si parlava di colonialismo interno da parte dello Stato italiano. L’intervento offre una descrizione dei diversi modi in cui i tre autori hanno rappresentato i caratteri fondamentali di questo evento storico e ne hanno messo in luce sia gli effetti immediati sugli individui e sulle comunità nella patria colonizzatrice, sia i legami genealogici che esso intrattiene con il passato precoloniale italiano e sia, soprattutto, le conseguenze che si trascineranno ancora a lungo dopo che il colonialismo avrà finito il suo tempo.  

 

 

Session 49: Il colonialismo italiano nella letteratura e nel cinema dopo la caduta del fascismo 

Organizzatore: Franco Manai (The University of Auckland), f.manai@auckland.ac.nz

 

Si accettano interventi che trattano dei modi di rappresentazione del colonialismo italiano nella letteratura e nel cinema dopo la perdita delle colonie avvenuta durante la seconda guerra mondiale e sancita nel Trattato di Parigi del 1947. È noto che tale tema non è stato tra i più popolari e proprio per questo si è parlato di rimozione dalla memoria collettiva di un momento imbarazzante della storia patria. E certo dopo il  romanzo del 1947 Tempo di uccidere di Ennio Flaiano,  seguito nel 1961 da Settimana Nera di Enrico Emanuelli bisognerà aspettare gli anni 90 perché il tema riappaia cospicuo nella narrativa (tra gli altri ne hanno scritto Angioni, Lucarelli, Marrocu, Longo, Ghermandi, Scego, Camilleri)   e nel cinema (per esempio Tempo di uccidere  del 1989, Il leone del deserto  del 1979,  Adwa: An African Victory, del 1998, El Alamein. La linea del fuoco del 2002 e Le rose del deserto del 2006). Ci sono inoltre delle opere in cui il colonialismo italiano è trattato come tema marginale, ma comunque significativo, per esempio nel romanzo di Piero Chiara La stanza del vescovo 1976 e nell’omonimo film o in alcuni testi di Gian Carlo Fusco (Guerra d’Albania  1961). 

 

Lo studio dei modi di rappresentazione del colonialismo italiano è rivolto a determinare il ruolo svolto consapevolmente o meno dagli artisti nella costruzione dell’identità nazionale. 

 

Session 48: Linguistica dei corpora e didattica dell’italiano tra L1 e L2 

Organizzatori: Gianmarco Pitzanti (Università degli Studi di Cagliari), gpitzanti@gmail.com ;  Paolo Orrù (University of Debrecen), paolo.orru1@gmail.com

 

Le tecnologie di analisi automatica del linguaggio sono ormai uno strumento indispensabile di raccolta dati per chi si voglia occupare in modo circostanziato di indagini sui testi. Vari tool e ambienti di lavoro, sempre più potenti e affidabili nei risultati, offrono all’analista la possibilità di indagare una varietà molto estesa di fenomeni posti a vari livelli di analisi linguistica, in modo da avere sottomano dati leggibili e utili ai più vari scopi di ricerca.  

Un ambito che può giovare particolarmente delle potenzialità di tali strumenti è senza dubbio quello dell’educazione linguistica. Avere a disposizione dati riguardanti la leggibilità del testo, gli aspetti legati alle scelte lessicali, la complessità sintattica delle produzioni degli studenti può risultare utile nel processo di riconoscimento di obiettivi didattici mirati da parte dell’insegnante. A loro volta gli studenti possono essere coinvolti in proficue attività di riflessione linguistica e metalinguistica proprio a partire da dati emersi dall’analisi delle proprie produzioni.  

In questo senso una maggiore consapevolezza delle caratteristiche linguistiche delle proprie produzioni può innescare un processo di autocorrezione potenzialmente positivo nell’apprendimento della lingua sia come L1 sia come L2. 

 

La sessione vuole essere un momento di riflessione tra docenti, ricercatori e formatori che abbiano sperimentato l’utilizzo dell’analisi automatica dei testi nell’ambito della linguistica educativa e si pone l’obiettivo di individuare possibili potenzialità, ma anche criticità, che tale utilizzo può comportare. 

 

Alcuni dei temi possibili in questo senso possono essere: 

 

  • L’arricchimento del lessico e la padronanza dei registri in L1 e L2
  • L’apprendimento e l’uso del linguaggio metaforico in L2
  • L’apprendimento e l’uso delle collocazioni in apprendenti L2
  • L’analisi della complessità linguistica nelle produzioni di apprendenti L1 e L2

 

Gli interessati possono inviare entro il 15 febbraio 2018 un abstract di max. 250 parole accompagnato da una breve nota bio-bibliografica ai seguenti indirizzi e-mail: gpitzanti@gmail.com e paolo.orru1@gmail.com 

 

Session 47: Il borgo al centro dell’universo 

Organizzatori: Andrea Cannas e Giovanni Vito Distefano (Università di Cagliari) 

deandrade@libero.it ; gianvito.distefano@gmail.com

 

Il borgo costituisce spesso un elemento chiave nelle biografie e nell’immaginario – declinato, a seconda dei casi, con strumenti letterari o antropologici o filosofici – di autori nati nella provincia ma capaci di conquistarsi uno spazio assoluto nella storia della letteratura e della cultura. Da Leopardi a Salvatore Satta, da Deledda a Pavese, man mano che un autore procede nella messa a punto di un’originale visione del mondo, comunità e luoghi di provenienza vengono trasfigurati fino a divenire un elemento irrinunciabile del “sistema”: il paese natio può assumere valore memoriale e identitario, ispessendo la propria qualità materica di ricettacolo sensoriale dei ricordi più intimi, oppure essere rifunzionalizzato e acquisire la consistenza puramente concettuale di una figura di pensiero; può agire nella coscienza autoriale in costante relazione dialettica con l’Altro o incarnarsi in essa quale figura archetipica di ogni possibile integrazione; può talvolta scomparire, agendo allora “in negativo”, come assenza. 

La sessione si propone di indagare le dinamiche “periferia-centro” e “paese-mondo” che hanno caratterizzato la fisionomia intellettuale e l’opera di alcuni dei più rilevanti scrittori della contemporaneità. I contributi possono, a titolo dimostrativo, sviluppare le seguenti linee di ricerca: 

  • Il borgo quale centro di gravità dell’esperienza, tra la costante improrogabilità della fuga – che sottende la necessità di un più ampio orizzonte di riferimenti intellettuali – e la sublime ineluttabilità del nostos;
  • Il borgo e i fantasmi della memoria; 
  • Il borgo come caso limite di società “stretta” che opprime la vitalità dell’individuo; 
  • Il borgo come fucina di miti minori che assurgono a modelli di comprensione in senso universale.

 

 

Andrea Cannas e Giovanni Vito Distefano (Università di Cagliari) 

deandrade@libero.it; gianvito.distefano@gmail.com 

 

 

Session 46: Niente è sicuro fuorché la morte. Semiotica, ermeneutica e rappresentazione del finis vitae  

nel panorama italiano 

Organizzatori Monica Biasiolo (Universität Augsburg), monica_biasiolo@icloud.com ; Antonella Mauri (Université Lille 3), antonella.mauri@univ-lille3.fr ;  Laura Nieddu (Université Lyon 2), laura.nieddu@univ-lyon2.fr  

 

Se «niente è sicuro fuorché la morte», come indicava Seneca, incerti sono invece i passi dell’uomo e i pensieri di questo di fronte al mistero della dipartita. Nell’antica mitologia greca Thanatos era rappresentato come un uomo anziano, barbuto, a volte velato, coperto da un mantello nero, ma le raffigurazioni sono cambiate nel corso dei secoli, fino a femminilizzarsi e ad assumere connotazioni talora angeliche, talaltra demoniache. 

 

Molti protagonisti della letteratura italiana hanno trattato, secondo diverse declinazioni, il profondo tema della morte: si pensi a Foscolo con i suoi Sepolcri, a Leopardi del Dialogo della Moda e della Morte, a certi racconti e versi della poesia scapigliata, a tutta la letteratura popolare “raccapricciante” del tardo Ottocento, da Mastriani (La sepolta viva) a Carolina Invernizio (Il bacio di una morta), ma anche nel Novecento ed oltre a Pavese, Pasolini, Tabucchi e Murgia. Morte e mistero popolano inoltre il genere del giallo, dove la falciatrice assoluta possiede e guida la mano dell’assassino o del killer seriale. L’epitaffio, il planctus e l’elogio funebre commemorano il defunto rendendo “pubblica” la morte.  

 

Gli assi di ricerca auspicati sono: 

– la rappresentazione della morte fisica o della morte indotta 

– il rapporto con l’aldilà 

– ermeneutica della morte 

– giustizia e potere della morte 

– la relazione tra vita e morte 

– tabù, deviazioni, perversioni 

 

Ci si propone di affrontare questo tema nella cultura italiana, ma anche in prospettiva comparatistica, prendendo in considerazione diversi generi e discorsi letterari/artistici, come musica, pittura, teatro, cinema o fumetto. 

 

Si prega di inviare un abstract di massimo 250 parole e un breve CV alle organizzatrici della sessione, entro il 15 febbraio, ai seguenti indirizzi:  

 

Monica Biasiolo: monica_biasiolo@icloud.com  

Antonella Mauri: antonella.mauri@univ-lille3.fr

Laura Nieddu laura.nieddu@univ-lyon2.fr  

 

Session 45: Didattica dell’italiano L2/LS: limiti e prospettive 

ORGANIZER: Julijana Vučo (Università di Belgrado), julivuco@gmail.com , Nevena Ceković (Università di Belgrado), cekovic@yahoo.com  

 

SHORT DESCRIPTION OF SESSION: 

L’attenta analisi delle problematiche attuali e di quelle precedenti, inerenti la didattica dell’italiano come lingua seconda o straniera, la conseguente revisione degli obiettivi e l’apertura alle nuove ed innovative soluzioni rappresentano alcuni dei punti imprescindibili per il progressivo sviluppo di questo campo disciplinare.  

La sessione si propone come luogo d’incontro e di scambio di idee tra gli studiosi che si impegnano ad esaminare, sotto vari aspetti, gli attuali limiti della didattica dell’italiano L2/LS, individuandone i problemi specifici all’interno e al di fuori della classe al fine di offrire nuove proposte e spunti critici per una riflessione teorica e metodologica, in particolare riguardo ai seguenti aspetti: 

– la pianificazione e la ridefinizione degli obiettivi; 

– la progettazione del curricolo e del sillabo; 

– la selezione dei materiali e degli strumenti; 

– l’identificazione dei metodi e delle tecniche; 

– la revisione dei ruoli dell’insegnante e dello studente. 

I colleghi interessati sono invitati ad inviare entro il 15 febbraio 2018 un abstract di 200-250 parole insieme ad una breve nota bio-bibliografica, completa di affiliazione, ai seguenti indirizzi e-mail: cekovic@yahoo.com e julivuco@gmail.com. 

ORGANIZER: Julijana Vučo (Università di Belgrado, julivuco@gmail.com), Nevena Ceković (Università di Belgrado, cekovic@yahoo.com) 

CHAIR: Nevena Ceković (Università di Belgrado, cekovic@yahoo.com) 

SPEAKERS: 

  1. Daniel Słapek (Università di Breslavia, daniel.slapek@gmail.com)
  2. Ivana Simić Ćorluka (Università di Belgrado, simiccorluka@gmail.com)
  3. Jelena Drljević (Università di Belgrado, drljevic@gmail.com)
  4. Julijana Vučo (Università di Belgrado, julivuco@gmail.com), Nevena Ceković (Università di Belgrado, cekovic@yahoo.com)

 

SHORT DESCRIPTION OF EACH PAPER: 

Dal 2001, quindi dall’anno in cui entra in vigore il Qcer, sul mercato editoriale sono apparse numerose grammatiche per stranieri che seguono nuove impostazioni metodologiche. Con una scelta così vasta risulta sempre più difficile saper riconoscere i valori, ma anche i difetti, dei materiali che vengono messi a disposizione dei docenti e degli studenti di lingua italiana. Con il contributo Quali criteri per valutare una grammatica didattica d’italiano?, in cui verranno analizzate le nuove grammatiche per stranieri, l’autore cercherà di proporre alcuni criteri per la valutazione di simili testi didattici. 

Negli ultimi anni si sente la necessità di riconfigurare i metodi e gli approcci anche negli ambiti che fino ad ora erano stati considerati meno aperti alle innovazioni metodologiche, come per esempio l’insegnamento della letteratura. L’intervento dal titolo Didattica della letteratura italiana: sfide, approcci e limiti propone di esaminare i limiti dei metodi tradizionali, ridefinendo il ruolo dell’insegnante, nonché della letteratura stessa nella società contemporanea. 

Un interesse sempre più crescente per la ricerca scientifica sui linguaggi settoriali è presente soprattutto in vari ambiti della linguistica applicata, nonché nei settori interdisciplinari, quali la glottodidattica e la sociolinguistica. Il lavoro intitolato Insegnare i linguaggi settoriali dell’italiano LS si propone di esaminare alcuni aspetti didattici nell’insegnamento dei linguaggi settoriali dell’italiano LS. 

Il contributo Quali strategie per l’insegnamento della pragmatica in italiano L2? L’analisi di un approccio si interroga intorno alla difficoltà di insegnamento della pragmatica dell’italiano L2, offrendo spunti per una riflessione teorico-metodologica sul tema ed indicando, in base all’esito di un’indagine condotta con apprendenti di livello intermedio-avanzato di competenza, i modelli operativi e le tecniche didattiche efficaci da realizzare in classe.  

THE PUBLISHABLE FORM OF THE SESSION: 

Didattica dell’italiano L2/LS: limiti e prospettive 

Organizer: Julijana Vučo (Università di Belgrado), Nevena Ceković (Università di Belgrado) 

Chair: Nevena Ceković (Università di Belgrado) 

Daniel Słapek, Università di Breslavia – Quali criteri per valutare una grammatica didattica d’italiano? 

Ivana Simić Ćorluka, Università di Belgrado – Didattica della letteratura italiana: sfide, approcci e limiti 

Jelena Drljević, Università di Belgrado – Insegnare i linguaggi settoriali dell’italiano LS 

Julijana Vučo, Università di Belgrado, Nevena Ceković, Università di Belgrado – Quali strategie per l’insegnamento della pragmatica in italiano L2? L’analisi di un approccio 

 

 

Session 44: Miti e leggende nella letteratura e nel cinema d’ambientazione sarda

Organizzatori: Paolo Orrù (University of Debrecen),  paolo.orru@arts.unideb.hu ; Myriam Mereu (Università di Cagliari) my.mereu@gmail.com

 

La narrativa sarda è visceralmente legata alla tradizione orale, da sempre veicolo privilegiato di trasmissione del sapere e delle storie in una società prevalentemente agropastorale. L’oralità e la scrittura si nutrono della Storia per restituirla alla collettività sotto forma di epos, miti e leggende che in ogni epoca hanno dato vita a creature fantastiche e trasfigurazioni oniriche della realtà. Sebbene il fantastico non sia un elemento ricorrente nella letteratura sarda moderna e contemporanea, non mancano le apparizioni di spiriti, diavoli e fate nelle leggende di Grazia Deledda; janas nelle fiabe di Gino Bottiglioni; pietre dalle quali scaturiscono streghe e diavoli (Copez e Oppes); strias e cogas che si materializzano nei racconti di Sergio Atzeni; accabadoras che danno la buona morte (Murgia, Murineddu). Si pensi anche all’accoglienza favorevole della saga Iskìda della terra di Nurak, trilogia fantasy di Andrea Atzori.

 

Anche il cinema sardo contemporaneo è divenuto un canale fecondo di divulgazione delle storie e delle leggende della tradizione popolare, attraverso la rievocazione di creature immaginarie quali surbiles (Giovanni Columbu), panas (Marco Antonio Pani), cogas (Michela Anedda) e altre figure leggendarie in bilico tra Storia e fantasy (Nuraghes di Mauro Aragoni).

 

La presente sessione intende accogliere contributi che riflettano sul ruolo della fantasia nella costruzione dell’immagine letteraria e cinematografica della Sardegna, attraverso il ricorso a modalità discorsive, semiotiche e narrative che rafforzino o mettano in discussione le rappresentazioni dell’Isola, stereotipate o meno. Saranno altresì apprezzati i contributi che affrontino il tema proposto dalla prospettiva linguistica, con particolare attenzione al plurilinguismo e alla componente dialettale/regionale.

 

Gli interessati possono inviare entro il 15 febbraio 2018 un abstract di max. 200 parole accompagnato da una breve nota biografica al seguente indirizzo mail: my.mereu@gmail.com

 

Session 43: Visioni del Sud, visioni dal Sud: il Mezzogiorno e il Mediterraneo come costruzioni discorsive

Organizzatori: Paolo Orrù (University of Debrecen),  paolo.orru@arts.unideb.hu ; Myriam Mereu (Università di Cagliari) my.mereu@gmail.com

 

Il dualismo tra Nord e Sud Italia ha giocato un ruolo importantissimo per la costruzione dell’identità nazionale e ancora oggi struttura gran parte dei discorsi politici e mediatici sullo stato del nostro Paese. È luogo comune ritenere che al momento dell’Unità d’Italia, il Paese fosse diviso in un Nord progredito e moderno e un Sud arretrato economicamente e socialmente. Tali costruzioni di senso sono radicate in più ampie correnti di pensiero europee che a cavallo tra XVIII e XIX secolo hanno contribuito a tratteggiare la profonda alterità del meridione europeo e hanno in parte alimentato le imprese risorgimentali italiane.

 

Studi recenti, da punti di vista metodologici differenti (storici, culturali, letterari), hanno iniziato a riflettere criticamente su tale impostazione. Il meridione italiano e il Mediterraneo sono diventati così oggetti epistemologici di grande interesse; tuttavia, dalla discussione pubblica e scientifica è risultata pressoché assente un’indagine sistematica e articolata di tali problemi da un punto di vista linguistico-discorsivo.

 

La sessione intende raccogliere contributi che si interroghino sulla costruzione discorsiva del meridione, e più estesamente del Mediterraneo, tanto in epoca moderna quanto contemporanea. Oggetto di analisi possono essere testi politici, filosofici, letterari o mediali; le elaborazioni dei pensatori meridionalisti (come Villari, Sonnino, Fortunato ecc.); l’analisi critica delle retoriche del più recente revisionismo e del neoborbonismo. Sono incoraggiati, poi, contributi che mettano al centro di tali dinamiche la rappresentazione della Sardegna.

 

Gli interessati possono inviare entro il 15 febbraio 2018 un abstract di max. 250 parole accompagnato da una breve nota bio-biografica al seguente indirizzo mail:

paolo.orru1@gmail.com

 

Session 42: Sguardi sull’Isola. Le isole e il Mediterraneo nell’immaginario letterario, teatrale, cinematografico e fotografico 

Organizzatori: Laura Pernice (laurapernice13@gmail.com ), Corinne Pontillo (corinne.08@live.it ), Simona Scattina (simonascattina@gmail.com ), Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli studi di Catania.    

 

Le isole del mar Mediterraneo sono sempre state al centro di importanti movimenti e attraversamenti dall’antichità fino ai tempi contemporanei. Davanti ai nostri occhi si palesa un Sud mobile e cangiante, dal profilo ancora sfuggente, ma per questo molto affascinante e degno di essere esplorato. 

 

Il panel si propone, attraverso un approccio interdisciplinare, di raccogliere voci e testimonianze provenienti dal Sud e rivolte verso il Sud nelle sue espressioni letterarie, cinematografiche, teatrali e fotografiche, con una particolare attenzione alla contemporaneità. Dai lavori potrà emergere come l’idea di Sud si stia trasformando in una metafora di una condizione esistenziale che trascende i limiti geografici ‘naturali’ per dilatarsi in uno spazio mondo, in cui si dispiega la faticosa ricerca dell’umanità impegnata a conquistare nuove certezze. 

 

 

Le proposte dovranno contenere: titolo dell’articolo, abstract (200 parole massimo) e breve profilo bio-bibliografico dell’autrice/ore. Dovranno pervenire entro il  15 febbraio all’indirizzo mail delle curatrici del panel: Laura Pernice (laurapernice13@gmail.com), Corinne Pontillo (corinne.08@live.it), Simona Scattina (simonascattina@gmail.com), Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli studi di Catania.    

 

Session 41: Social and Psychological Conflicts in Contemporary Italian Cinema  

Organizers: Fabiana Viglione (University of Massachusetts, Lowell), fabiana_viglione@uml.edu – Maurizio Scontrino (University of Toronto), maurizio.scontrino@mail.utoronto.ca 

 

 

Italian cinema has a long history of political, social and psychological engagement. The cinematic representation of Italy and Italians has always been considered a prolific space for analysis, interpretation, and commentary of past and current events investing the peninsula.  

The present panel invites papers that explore the ways and forms in which contemporary Italian directors address major social and emotional issues. The purpose is to provide a critical space where to individuate, examine and debate those cinematic elements which depict and disclose problematic and/or traumatic relationships, connections, and encounters in Italian society.  

 

Topics for papers may include, but are not limited to, the following: 

 

  • cultural/ social change 
  • class conflict 
  • relationships 
  • discrimination/ prejudice/ stereotypes 
  • national identity 
  • impact of post-colonialism 
  • conflict, trauma and memory  
  • masculinity/ gender identity 
  • encounter with the Other  

 

 

Abstract for papers (ca. 200 words) either in English or Italian should be submitted to fabiana_viglione@uml.edu or maurizio.scontrino@mail.utoronto.ca by February 20, 2018   

 

Session 40: Guido Ceronetti 

Organizer: Sabina Sestigiani (Swinburne University of Technology), ssestigiani@swin.edu.au

  

Today, Guido Ceronetti is one of the most eclectic contemporary Italian authors: poet, novelist, philosopher, essayist, aphorist, dramatist, and translator. Even though he has been widely published by some of the most influential Italian publishing houses, he has mostly captured our attention from the pages of La Stampa, where he has been writing pungent commentaries on crime news, current affairs, ecology, pollution, extra-terrestrial invasions and much more since the 1970s. His ninetieth birthday has just been marked by an exhibition in his honour hosted by Biblioteca Cantonale of Lugano where his manuscripts are held. Ceronetti has been celebrated as an inspirational philosopher by his many acolytes. His love for literary fragments and his epigrammatic and prophetic tones have made his writing style distinctive, and his treatment of many contemporary issues (e.g. translations, feminism, cinema, ecology, migration, technology) unconventional. The panel is seeking contributions that analyse any of Ceronetti’s work. Topics of interest include, but are not restricted to: 

 

  • Biblical translations
  • The tragic
  • Spatial explorations and extra-terrestrial invasions
  • Technology 
  • Ecology 
  • Italian landscape 
  • Literary fragment
  • Street theatre 
  • The body

 

Please submit a 150-word abstract for a 20-minute paper and a short bio to Sabina Sestigiani (ssestigiani@swin.edu.au) by February 15, 2018. If you need audiovisual equipment, please indicate your requirements in your submission. 

 

Session 39: Questioni linguistiche, questioni identitarie: la letteratura della migrazione nel mondo globale 

Organizer: Simone Casini (University of Toronto Mississauga), simone.casini@utoronto.ca  

 

La tradizione linguistica moderna ha a più riprese posto l’accetto sul nesso inscindibile tra lingua e massa parlante, ovvero tra strutture formali di comunicazione e agenti sociali che queste forme determinano e che connaturano da dentro, tanto da non poter pensare alle prime senza i secondi.  

La lezione del Wittgenstein delle Ricerche, poi, ha messo la parola fine a dibattiti pluriennali sulla natura (e sul significato) di una lingua: una lingua è una forma di vita, cioè è un congegno che non solo assolve (può assolvere) fini comunicativi, ma è una struttura che crea identità e dà identità a chi la parla, a chi la apprende, a chi la scrive: a chi ne usa le sue forme per dare e creare significato.   

Quando poi il piano della L1 entra in contatto con i piani molteplici della pluralità linguistica e questo avviene esponenzialmente nel quadro dei movimenti migratori, la questione della lingua come identità assume una importanza che può andare oltre il “semplice” processo di apprendimento grammaticale, per approdare a questioni che ad esempio hanno pertinenza con la letteratura del contatto e con il ruolo che in tale letteratura ha la dimensione linguistica.  

Sulla scia di concezioni generalissime, ma frutto dell’incontro e del contatto linguistico, la tavola rotonda è aperta a contributi in italiano o in inglese che affrontino tematiche legate in particolare al percorso linguistico, che è però anche un percorso di personalità, identità, forma di vita che caratterizza autori diversi nel quadro della letteratura di migrazione. 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di circa 200 parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail simone.casini@utoronto.ca entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 38: Il pensiero linguistico di Antonio Gramsci. La Questione della lingua oggi: questione di “potere” 

Organizers and Chair: Simone Casini (University of Toronto Mississauga), simone.casini@utoronto.ca 

 

“Ogni volta che affiora in un modo o nell’altro la questione della lingua, significa che si sta imponendo una serie di altri problemi, la necessità di stabilire rapporti più intimi e sicuri tra i gruppi dirigenti e la massa popolare nazionale” (Quaderni del carcere, Quaderno 29, § 3). 

 

La linguistica educativa come prospettiva scientifica capace di guardare al di là delle metodologie e delle tecniche di insegnamento, ha visto la sua definizione in Italia, seppur non la sua nascita cronologica (De Mauro, 2012), nel manifesto demauriano del 1975 con cui è stata proposta una educazione linguistica che fosse aperta, inclusiva e, in tal senso, democratica.  

Le Tesi GISCEL (1975) vedono nella loro conclusione il loro fondamento e facendo proprio il pensiero linguistico del Gramsci dei Quaderni dal Carcere che è pensiero non di lingue, ma di linguaggio. 

In linea con tale modello che rappresenta un input e non la sua unica esemplificazione, la sessione è aperta a contributi diversi che intendano esaminare e valorizzare il pensiero linguistico gramsciano oltre che come documento storico declinato nei suoi vari e molteplici aspetti, quanto come prospettiva e paradigma di analisi dei linguaggi e delle lingue in contatto nel mondo globale. 

 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di circa 200 parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail simone.casini@utoronto.ca entro il 15 febbraio 2018. 

 

 

Session 37: Le opera di Simona Vinci 

Organizer: Stefania Lucamante (Catholic University of America), lucamante@cua.edu

 

L’energia intellettuale di Vinci s’indirizza spesso verso l’amore erotico per analizzare più in generale relazioni umane nella loro sostenibilità all’interno di un mondo praticamente anomico. Nei suoi romanzi, da quello d’esordio Dei bambini non si sa niente con cui vinse il premio Morante-opera prima a La prima verità, i suoi personaggi vivono sospesi in un eterno presente dove del passato si conosce poco, pochissimo. Quel tanto che basta per dare un senso alla propria angosciata esplorazione di un presente che sembra indistinto, uguale per tutti.  In Stanza 411 come in Parla, mia paura l’analisi del reale prende connotazioni in parte autobiografiche ma anche autofinzionali poiché è di sé stessa come personaggio reale che Vinci ci parla nella sua finzione narrativa. Nel primo testo lo fa accostando la propria scarna immagine a quella di Roma, a quella di un monumento in particolare, il Pantheon e lo sguardo autoriale si allarga in un’analisi delle ancora imperanti politiche sessuali. Dalla depressione in Parla, mia paura, alle relazioni familiari, Vinci continua a offrire narrazioni acute del mondo che la circonda. In altre opere, come La prima verità, lo sguardo si allunga poi a problemi legati, invece, sia al passato che ad individui costretti a occupare uno spazio marginale ed emarginato quale un manicomio su un’isola.  

 

Gli interventi possono vertere su una o più opere di Simona Vinci. 

 

Si prega di inviare un abstract di 200-300 parole e una breve biografia, completa di affiliazione e indirizzo email a Stefania Lucamante lucamante@cua.edu entro il 15 gennaio 2018. 

 

Session 36: Real and Imaginary Travels in Medieval and Early Modern Italian Literature

Organizers: Giulia Cardillo (James Madison University), cardilgx@jmu.edu and Eleonora Buonocore (University of Calgary), eleonora.buonocore@ucalgary.ca

 

This panel explores various representations of both real and imaginary journeys in Medieval and Early Modern Italian literature. The notion of travel should be interpreted broadly, as to include intellectual, spiritual, personal journeys, fictional and non-fictional, physical or metaphorical pilgrimages, adventures, and narratives of exploration and discovery.

We welcome contributions on every aspect of travelling in Medieval and Early Modern literary texts, with a focus on the relationship between the real/physical experience and the imaginary/metaphoric journey.

We invite proposals for twenty-minute papers, in either English or Italian, which include, but are not limited to, the following themes:

        Pilgrimages

        Journeys to faraway lands

        Imaginary journeys

        Journey as a metaphor

        Travels to the afterlife

        Travel in dreams

        Descriptions of travel for mercantile, scholarly, or political reasons.

Please, send a 200-word abstract and a brief bio to Giulia Cardillo (cardilgx@jmu.edu) and Eleonora Buonocore (eleonora.buonocore@ucalgary.ca) by January 28th.

 

Session 35: Le Muse dialettali: colori e voci della poesia in vernacolo 

Organizer: Maria Di Maro (Università degli studi di Bari “Aldo Moro”), maria.dimaro@uniba.it  

 

Short description of session: 

Nel XVII secolo si discuteva della lingua nazionale e si avvertiva il toscano come lingua unificatrice in un paese percorso da guerre e milizie straniere. La fucina di tali sentimenti era l’Accademia della Crusca la quale aveva pubblicato la prima edizione del suo Vocabolario nel 1621 ricordando alla penisola intera l’esistenza di un lingua nazionale fondata sui grandi trecentisti, ma arricchita dagli usi e dalle fonti linguistiche d’ogni parte. Paradossalmente l’unico paese che non poteva contare su una lingua d’uso unitaria era il primo a disporre di un ampio e moderno vocabolario. È in un siffatto quadro linguistico-culturale che si sviluppa la letteratura dialettale, che porta alle estreme conseguenze lo sperimentalismo del manierismo e si inserisce nel nuovo orizzonte barocco attraverso la ricerca del peregrino, dell’inusitato e del meraviglioso. Nella ricerca del deforme e del bizzarro e nel tentativo di cogliere a pieno la vitalità del mondo, la letteratura in dialetto reagisce ai classicisti, proprio come la coeva letteratura in lingua, recuperando tutte quelle cose immorali, irrazionali e contraddittorie bandite da Aristotele nel capitolo XXV della Poetica. Autori come Basile, Cortese, Maggi, Porta, Belli – solo per citarne alcuni – accedono dunque alle potenzialità e ai colori del dialetto in vario modo, producendo testi in vernacolo di grande rilievo. 

Il panel propone di offrire una panoramica delle ricerche in corso relative alla poesia dialettale circoscritta ai secoli XVIII-XIX. Il tema offre numerosi spunti di analisi e favorisce diversi approcci metodologici e proposte di ricerca; tra le possibili declinazioni si suggerisce di presentare studi su autori che usano il dialetto come lingua della poesia, che definiscono la propria identità poetica attraverso un siffatto strumento linguistico o traducano in vernacolo testi in lingua già noti. Pertanto, tutti gli interessati sono invitati a inviare un abstract di 150-200 parole e una breve nota bio-bibliografica completa di affiliazione e indirizzo e-mail a Maria Di Maro (maria.dimaro@uniba.it) entro il 15 febbraio 2018. 

 

 

Session 34: After Primo Levi: New Jewish-Italian Writing 

ORGANIZER: K.E. von Wittelsbach (Cornell University), wittelsbach@cornell.edu

 

SHORT DESCRIPTION: 

The organizer welcomes proposals related to two groups of Italian-Jewish writers. 

The first are those authors who — like Marina Jarre, Edith Bruck and Angela Bianchini —  were Primo Levi’s contemporaries, but whose work did not achieve the canonical status of Levi, Bassani or Morante, and remains virtually untranslated in English (Jarre), or has scarcely captured the attention of the North-American reading public and academia (Bruck and Bianchini). 

The second is a younger generation of writers, active in the last several decades: Alessandro Piperno, Elena Loewenthal, Helena Janeczek, Alain Elkann, and others. The work of these writers has been widely translated in Europe, but most have seen only a small selection of their work made available to North American readers.  Many have also been extraordinarily active as translators, critics, editors and cultural mediators. Some of the youngest among them, like the Turinese Simone Somekh, write about their Jewish Bildung in Italian while living in New York. 

This is an open session — all approaches are welcome, as are contributions by graduate students and independent scholars. Please send a 200-word abstract (English or Italian) and a brief bio by February 15, 2018 to wittelsbach@cornell.edu

 

Session 33:  Younes Tawfik 

ORGANIZER: K.E. von Wittelsbach (Cornell University) wittelsbach@cornell.edu

 

SHORT DESCRIPTION: 

This is an open session on the work of YOUNES TAWFIK (Mosul, 1957), Italian-Iraqi novelist, poet, essayist and academic, and author of more than a dozen works. Tawfik lives in Turin and is best known to the Italian public as the author of the highly acclaimed novel La Straniera (Bompiani, 2000). His latest work, La ragazza di piazza Tahrir  (Barbera editore, 2012) is set against the background of the Arab Spring. 

The organizer welcomes proposals on any aspect of Younes Tawfik’s work. All critical approaches are welcome, especially those that take a comparative view and consider Tawfik’s work in the context of other contemporary Italian writers of non-European origin (Igiaba Scego, Amara Lakhous, etc.). Pedagogical approaches for integrating Tawfik’s works into Italian-language curriculum are also welcome. 

This is an open session — all approaches are welcome, as are contributions by graduate students and independent scholars. Please send a 200-word abstract (English or Italian) and a brief bio by February 15, 2018 to wittelsbach@cornell.edu

 

Session 32: I poeti ‘ribelli’ del XX e XXI secolo 

Organizer: Lucilla Bonavita (Università di Roma Tor Vergata),  lucilla.bonavita@libero.it

 

Description: Il cammino della poesia del Novecento, secondo quanto affermato da Debenedetti, si snoda lungo un percorso tortuoso ed affascinante che muove dall’esperienza del futurismo e del crepuscolarismo per approdare allo sperimentalismo della Neoavanguardia e alla voce tesa verso un linguaggio nuovo dei poeti contemporanei. Questa sessione si propone di esplorare la produzione poetica dei poeti ‘ribelli’ del XX e XXI secolo, anche dialettali, partendo dalla definizione che ne diede Valentino Zeichen per il quale essere ‘ribelle’ significava «avere una propria opinione. Avere punti di vista diversi da quello che è il pensiero corrente». Alla luce di questo chiarimento, si presterà particolare attenzione a quei contributi che rifletteranno sulla produzione poetica contemporanea che presenta criteri estetici diversi dai canoni della tradizione e del milieu culturale nel quale essa si contestualizza. 

 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2018 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione a Lucilla Bonavita (lucilla.bonavita@libero.it

 

 

Session 31: Donne migranti dall’italia e verso l’Italia tra passato e presente 

Organizers: Cinzia Marongiu (University of Mainz), cmarongi@students.uni-mainz.de e Colleen Ryan (Indiana University Bloomington), ryancm@indiana.edu

 

Le donne migranti hanno dato ricchi e importanti contributi per la comprensione dei problemi il fenomeno migratorio. Eppure, all’interno di una ricchissima letteratura su genere e migrazioni le esperienze femminili di dislocazione non hanno ancora prodotto una rielaborazione/ ridefinizione di concetti e categorie analitiche per la lettura dei fenomeni migratori più recenti: migrazioni interne e immigrazioni. Questo panel vuole individuare le tante tipologie di “protagonismo femminile” dei movimenti migratori dall’Italia e verso l’Italia e capire come le donne vivono questa esperienza migratoria. Come e quanto l’esperienza migratoria influisce nelle relazioni tra le donne e nelle relazioni di genere sia nella sfera privata (matrimoni, maternità) sia nella sfera pubblica (associazionismo, politica)? Come cambia la percezione di sé, del paese di origine e di quello di accoglienza? Quali emozioni, sentimenti, vissuti, sistemi di rappresentazione, meccanismi di esclusione/inclusione essa produce? Come viene vissuta dalle seconde e terze generazioni? Davvero segna nelle donne processi di emancipazione e consapevolezza critica dei propri ruoli e funzioni familiari e sociali? Come hanno vissuto questa esperienza le prime donne migrani? Come vivono l’esperienza le “nuove migranti” o di dislocazione, le donne che negli ultimi vent’anni hanno lasciato l’Italia alla ricerca di migliori opportunità all’estero e le donne arrivate dall’estero in Italia? Quali sono le dinamiche della memoria, della ridefinizione delle identità e delle dimensioni relazionali? 

 

Sollecitiamo contributi da tutte le aree: letteratura, cinema, teatro, storia e sociologia che ci aiutino a capire meglio: 

  • migrazioni donne di origini italiane e straniere; 
  • migrazioni di ritorno;
  • lavoro e maternità;
  • genere e potere;
  • seconde generazioni: storia e memoria;
  • le nuove mobilità;
  • prospettive teoriche, storiografiche e metodologiche su genere e migrazione;
  • esili, diaspore, ridefinizioni identitarie.

Le proposte dovranno contenere: titolo dell’articolo, abstract (300 parole massimo) e breve profilo bio-bibliografico dell’autrice/ore. Dovranno pervenire entro il 20 febbraio all’indirizzo mail delle curatrici del panel Cinzia Marongiu cmarongi@students.uni-mainz.de e Colleen Ryan (ryancm@indiana.edu).  

 

Session 30: Ovunque nel mondo: l’Italia, l’italiano e il sentirsi italiani 

Organizers: Cinzia Marongiu (University of Mainz), cmarongi@students.uni-mainz.de e Colleen Ryan (Indiana University Bloomington), ryancm@indiana.edu

 

La dispersione degli italiani nel mondo non è sempre segnata dalla necessità di fuggire dalla terra nativa per ristabilirsi in altri continenti e paesi e ricominciare la vita come “altro” etnico, linguistico, professionale, o culturale. Questo panel vuole esplorare, attraverso le arti, testi storici e/o di non fiction, le varie motivazioni per cui gli italiani, da 150 anni, hanno voluto e ancora vogliono emigrare, esplorare, adattare, ritornare, ricordare, dimenticare, ecc. Allo stesso tempo, vuole discutere la questione di autodefinizione e/o i processi di identificazione che ne risultano. In che modo questo fenomeno migratorio influenza l’italianità? Cosa resta della cultura e dell’identità italiana alla fine del viaggio? Gli andirivieni, i legami con la famiglia o il paese d’origine come si mantengono, come si trasformano o rinforzano quest’aspetto dell’identità degli italiani? Attraverso quali istituzioni, quali strutture sociali, grazie a quali supporti questi legami si costruiscono? Come si trasmettono come evolvono nel corso del tempo? 

 

Nuclei tematici 

 

  1. L’italianità tradizionale e l’italianità moderna.
  2. L’italianità identità, costruzione e cambio dell’identità.
  3. L’italianità problematica: italianità, patria, passioni, confini, politica.
  4. L’italianità, canone, storia della letteratura e teoria letteraria.
  5. L’italianità e l’educazione.
  6. L’italianità e il cinema 
  7. L’italianità nella letteratura.
  8. L’italianità e la questione del genere.

Le proposte dovranno contenere: titolo dell’articolo, abstract (300 parole massimo) e breve profilo bio-bibliografico dell’autrice/ore. Dovranno pervenire entro il 20 febbraio all’indirizzo mail delle curatrici del panel) Cinzia Marongiu (cmarongi@students.uni-mainz.de) e Colleen Ryan (ryancm@indiana.edu) . 

 

 

Session 29: Paesaggi e territorio nella modernità letteraria

Organizer:  Maurizio Virdis (Università degli studi di Cagliari), info@mauriziovirdis.com

 

Short description of session:

 

Il panel verte sulla rappresentazione del paesaggio nella letteratura italiana moderna. Oggetto di prospettive metodologiche multidisciplinari, variamente declinate dai Landscape Studies, il paesaggio si qualifica come esperienza identitaria, linguistica, culturale e percettiva che implica proprietà relazionali, estetiche e politiche. È un modello di comprensione immaginifico-geografica del mondo, di cui la scrittura è riscontro e strumento di analisi, indagine in atto. In questa prospettiva, la tradizione letteraria va intesa quale palinsesto e archivio della complessità culturale che connota il rapporto con uno specifico territorio.

 

Concepito intorno alla dialettica tra ideazione letteraria, istanze sociali e lo spazio, il panel intende favorire un confronto critico – mediante l’esame di casi concreti – sui rapporti fra territorio e modalità di rappresentazione dei ‘luoghi’.

 

Gli interessati sono invitati a inviare un abstract di 150-200 parole e una breve nota bio-bibliografica completa di affiliazione e indirizzo e-mail a Maurizio Virdis, info@mauriziovirdis.com, entro il 15 febbraio 2018.

dei ‘luoghi’.

 

Session 28: L’enigma esistenziale di Pirandello 

OrganizersSandra Dugo, (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), sndugosan@gmail.com Dupla Titulação: Doutora em Letras Língua Literatura e Cultura Italianas USP-FFLCH (San Paolo, Brasile) 

 

L’uomo pirandelliano vive il dramma quotidiano dell’esistenza, senza capire perché è al mondo, lottando contro le avversità del proprio destino. Il male di vivere è il tema esistenziale ricorrente nei personaggi delle opere narrative e teatrali, ma il conflitto che ne deriva spinge anche noi stessi a chiederci perché ci troviamo in questo mondo, perché non possiamo decidere completamente quali obiettivi raggiungere. È la domanda che l’uomo di ogni tempo ha sempre rivolto a se stesso e che resta un enigma. L’assurdità dell’esistenza umana costituisce uno dei temi di riflessione dalla lettura interpretativa dei testi pirandelliani. Irrazionalismo, relativismo, titanismo dell’individuo di fronte alla dura realtà, sono elementi che emergono dall’analisi di molti personaggi. Le creature pirandelliane cercano stancamente una verità, ma non esiste alcuna verità assoluta, per assurdo vivono indipendenti dall’autore, sfuggendo al suo controllo. Paradossalmente  Pirandello considera la capacità umana di conoscere l’enigma dell’esistenza fondamentalmente limitata e incapace di attingere a una realtà oggettiva e totale. Ci piace indagare su quanto c’è di filosofia esistenziale in lui, quanto di bergsonismo e quanto di freudiano, psicoanaliticamente parlando. Se Protagora scrive “l’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono”, Emily Bronte sembra evidenziare il paradosso della vita con un breve verso in un suo componimento poetico in cui scrive le foglie cadono e i fiori svaniscono, parlandoci di felicità.  

Nessun personaggio pirandelliano può pronunciare un giudizio assoluto di fronte agli altri, potrà essere vero o falso, perché tutto è vago e niente è sicuro, mentre, a livello etico, non esistono principi riferiti a una possibile morale universale. 

La presente sessione è aperta a contributi che ripercorrono questi temi filosofici e esistenziali nelle opere narrative o teatrali di Luigi Pirandello, o di entrambe. Sono ben gradite le proposte che riflettono sulla relazione dell’individuo con la realtà, all’interno delle trame pirandelliane. 

 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di 200 parole e una breve biografia a   sd3ugo22@gmail.com entro il 20 febbraio 2018

 

 

Session 27: Lingua e emigrazione italiana in Africa: dal periodo coloniale alla situazione attuale

Organizer and Chair: Raymond Siebetcheu (Università per Stranieri di Siena), siebetcheu@unistrasi.it

 

L’Africa è una delle aree meno studiate in termini di emigrazione italiana. Per Sori (2001), le ragioni di tale differenza di attenzione sono dovute alla minore mole documentaria, a sua volta effetto del diverso grado di visibilità e quindi di attenzione che ha caratterizzato l’arrivo e la presenza italiana nei diversi contesti. In riferimento alla lingua italiana, accanto alle prime indagini su scala mondiale (Baldelli, 1981; Freddi, 1987; De Mauro, Vedovelli, Barni, Miraglia, 2002; Balboni, Santipolo, 2003; Trifone, Giovanardi, 2010) che hanno illustrato anche la situazione di alcuni paesi africani, la prima indagine sistematica relativa alla diffusione dell’italiano nell’intero continente africano risale al 2009 (cfr. Siebetcheu, 2009). E’ opportuno rilevare come nonostante l’Africa sia oggi il continente che, assieme all’Asia, accoglie il minor numero di italiani (1,2% nel 2017), a differenza delle aree che hanno una fortissima tradizione emigratoria italiana, dove tra l’altro si rileva un calo rispetto allo studio dell’italiano, nel continente africano è sempre più crescente il numero degli apprendenti di italiano.

In linea con tali premesse, il panel si prefigge di delineare da una parte la posizione e il ruolo dell’italiano prima e durante il periodo coloniale, in particolar modo nel Corno d’Africa, nel Nord Africa e in Sudafrica; e dall’altra parte le politiche linguistiche nonché le motivazioni allo studio e all’uso dell’italiano nei contesti formali e informali in varie aree del continente negli ultimi anni.

Il panel è di conseguenza aperto a contributi legati in particolare, ma non in via esclusiva, ai seguenti temi:

  • La lingua franca mediterranea
  • Politiche linguistiche ed educative dell’italiano durante il periodo coloniale (Corno d’Africa e Libia)
  • Le varietà pidginizzate di italiano in Africa
  • Emigrazione italiana in varie aree dell’Africa
  • La stampa e i media italiani in Africa
  • L’italiano nei panorami linguistici urbani delle città africane
  • Vecchie e nuove motivazioni allo studio dell’italiano
  • La valutazione delle competenze e le certificazioni linguistiche
  • Apprendimento e insegnamento dell’italiano nei contesti precari
  • Manuali e strumenti didattici

 

 

Il panel è aperto a contributi in lingua italiana e inglese. 

Si prega di inviare, non oltre il 15 febbraio 2018, proposte di circa 250 parole accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione a Raymond Siebetcheu (siebetcheu@unistrasi.it )

 

Session 26: Il pensiero linguistico di Antonio Gramsci. La Questione della lingua oggi: questione di “potere” 

Organizer: Simone Casini (University of Toronto Mississauga), simone.casini@utoronto.ca

 

“Ogni volta che affiora in un modo o nell’altro la questione della lingua, significa che si sta imponendo una serie di altri problemi, la necessità di stabilire rapporti più intimi e sicuri tra i gruppi dirigenti e la massa popolare nazionale” (Quaderni del carcere, Quaderno 29, § 3). 

 

La linguistica educativa come prospettiva scientifica capace di guardare al di là delle metodologie e delle tecniche di insegnamento, ha visto la sua definizione in Italia, seppur non la sua nascita cronologica (De Mauro, 2012), nel manifesto demauriano del 1975 con cui è stata proposta una educazione linguistica che fosse aperta, inclusiva e, in tal senso, democratica.  

Le Tesi GISCEL (1975) vedono nella loro conclusione il loro fondamento e facendo proprio il pensiero linguistico del Gramsci dei Quaderni dal Carcere che è pensiero non di lingue, ma di linguaggio. 

In linea con tale modello che rappresenta un input e non la sua unica esemplificazione, la sessione è aperta a contributi diversi che intendano esaminare e valorizzare il pensiero linguistico gramsciano oltre che come documento storico declinato nei suoi vari e molteplici aspetti, quanto come prospettiva e paradigma di analisi dei linguaggi e delle lingue in contatto nel mondo globale. 

 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di circa 200 parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail simone.casini@utoronto.ca entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 25: Roundtable: The Business of a Program in Italian Studies 

Organizer: Tessa Gurney (High Point University), tgurney@highpoint.edu 

 

This roundtable is designed to be a space in which Italian Studies program administrators or those individuals tasked with a heavy administrative load may discuss best practices in regards to Italian Studies Minor or Major-granting programs in North America.  

 

Topics of discussion may include, though need not be limited to: faculty-led and/or semester study abroad programs, program retention strategies, assessment, curriculum design, language placement, and course texts.  

 

Please send an abstract of 150-200 words and a brief biographical note to Tessa Gurney at tgurney@highpoint.edu by February 5, 2018.  

 

Session 24: Le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci: «Uno dei più grandi libri italiani, ma non scritto per non farne un libro»: 

Organizer: Andrea Manganaro (Università degli Studi di Catania), a.manganaro@unict.it 

 

Le Lettere dal carcere non sono solo la testimonianza della «fortezza, serenità e semplicità» con cui Antonio Gramsci tenne alta «la dignità dell’uomo», accettando «pericoli e persecuzioni e sofferenze e morte per un ideale», come Croce affermò nel 1947 attribuendo un valore universale all’opera appena pubblicata.  rappresentano soltanto uno dei maggiori epistolari della letteratura italiana.

 

Come notò Calvino, le Lettere sono «uno dei più grandi libri italiani», «e che pure non era stato scritto con intenti letterari, e neppure per farne un libro». Scritte, le lettere, nel “cono d’ombra” della reclusione carceraria, per una costante richiesta di interlocuzione, una insaziabile domanda di realtà, quasi sempre destinata a rimanere inesaudita; indirizzate prevalentemente da Gramsci a donne della famiglia; familiares, eppure anche inevitabilmente “pubbliche”: non perché scritte posteritati o disposte in un macrotesto, ma perché sottoposte alla censura fascista. Scritte con intenti non letterari, le Lettere sono eppure ricchissime di exempla, figure, aneddoti, fiabe, allusioni, citazioni, anche di straordinaria intensità poetica e allegorica.  

 

Questa sessione è aperta a tutte le proposte di interventi che intendano esaminare e valorizzare le Lettere dal carcere non solo e non tanto come documento storico, ma come straordinario monumento letterario, nei suoi vari e molteplici aspetti.   

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di circa 200 parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail a a.manganaro@unict.it  entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 23: Folklore e drammi pasquali: le rappresentazioni della Passione di cristo 

Organizer: Salvatore Bancheri (University of Toronto), salvatore.bancheri@utoronto.ca

 

Il nome di Filippo Orioles è conosciuto soprattutto per Il riscatto d’Adamo (1750). Si tratta di una tragedia sulla Passione di Cristo rispondente ai canoni estetici del suo tempo e ben strutturata sul piano drammaturgico e spettacolare. Nota popolarmente come Mortorio, questa tragedia, dopo quasi trecento anni, si recita annualmente ancor oggi, seppur con riduzioni, rimaneggiamenti, aggiunte locali o addirittura in riscritture d’autore in molti paesi della Sicilia e di altre regioni. I copioni utilizzati nelle rappresentazioni sono esposti a contaminazioni linguistiche derivanti dal diverso periodo delle aggiunte/riscritture, dai registri linguistici dei rimaneggiatori, dagli influssi dialettali di attori e sceneggiatori.  

 

A dimostrazione della sua popolarità e della diffusione il Riscatto è menzionato anche nella narrativa di Leonardo Sciascia e precisamente nelle pagine conclusive di A ciascuno il suo in cui si legge che uno dei personaggi principali, il professor Laurana, aveva fatto la stessa fine di Patò, che aveva impersonato Giuda ed “era scomparso, per come la parte voleva, nella botola che puntualmente, come già un centinaio di volte tra prove e rappresentazioni, si aprì: solo che […] da quel momento nessuno ne aveva saputo più niente”. Camilleri si è ispirato al finale sciasciano per costruire La scomparsa di Patò, il cui giallo si dipana durante il periodo pasquale, mentre si rappresenta a Vigàta Il Riscatto dell’Orioles. 

 

La sessione è aperta a contributi che effettuino una disamina sui fenomeni di rimaneggiamento, riscrittura, aggiunte e usi di diversi registri linguistici presenti in altre Passioni di Cristo ed in particolari quelle rappresentate in Sardegna. 

 

Inoltre, poiché di questa tragedia si sono occupati illustri studiosi del passato, tra cui Croce, saranno particolarmente graditi contributi incentrati sull’esame dei contenuti dei suoi Teatri di Napoli in cui l’autore tratta delle rappresentazioni del Riscatto e che riflettano ed evidenzino gli elementi di continuità o di innovazione presenti nelle varie edizioni esaminate dal critico nella sua opera. 

 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2018 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca) 

 

Session 22: IL teatro siciliano del ‘700: commistioni di linguaggi, codici e tradizioni culturali 

Organizer: Salvatore Bancheri (University of Toronto), salvatore.bancheri@utoronto.ca

 

La Sicilia della prima metà del Settecento fu contrassegnata da un continuo alternarsi di dominazioni. Ciò finì per influenzare la produzione teatrale dell’epoca intaccando anche la veste linguistica delle opere del periodo che risultano contrassegnate da una forte commistione dei linguaggi. Il genere teatrale che meglio esemplifica tale realtà è quello della commedia dove, oltre alla mescolanza di lingue (italiano, spagnolo e latino), si può notare la presenza cospicua di latinismi e di elementi linguistici dialettali (siciliano e napoletano). La contaminazione dei linguaggi può manifestarsi sia sul piano puramente linguistico, sia su quello dei codici e delle tradizioni culturali dando luogo a un’alternanza di linguaggio lirico e drammatico, colto e popolare, profano e religioso. Al linguaggio galante dei salotti si contrappone il dialetto schietto dei popolani mentre al tono epico si contrappone quello eroicomico dei servi. Tuttavia l’elemento più interessante di queste commedie risulta essere il plurilinguismo grazie al quale viene portata in scena la Sicilia aristocratica e popolana del Settecento. Importante si rivela la presenza di personaggi di estrazione popolare perché, impiegando il loro dialetto, essi contribuiscono a dare un colorito linguistico diverso e a vivacizzare le commedie dell’epoca.  

 

La presente sessione è aperta a contributi che intendano valorizzare le opere teatrali del Settecento. Sono particolarmente gradite proposte che esaminino la commistione di linguaggi e codici nelle commedie e, specificatamente, nelle commedie agiografiche. Non sono esclusi contributi che riflettano sui medesimi elementi nelle opere teatrali delle varie realtà regionali, inclusa la Sardegna. 

 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2018 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca) 

 

Session 21: La critica letteraria di Luigi Russo tra conservazione e innovazione 

Organizer: Salvatore Bancheri (University of Toronto), salvatore.bancheri@utoronto.ca

 

La sessione vuole essere un omaggio a un critico letterario siciliano che ha rappresentato una delle personalità più originali e di spicco nel panorama critico-letterario del Novecento e alla cui scuola si sono formati critici come Getto, Binni, Bonora e molti altri. Critico militante, intellettuale, polemista, storico ed educatore, il suo operato fu sempre contrassegnato da uno storicismo fondato sul riconoscimento e sull’individuazione del legame dialettico tra storia e opera letteraria. È in questa prospettiva che si collocano i commenti ai Grandi Classici della letteratura italiana (Dante, Boccaccio, Machiavelli Foscolo, Manzoni, Verga ecc.) 

 

La sessione è aperta a proposte che esaminino sia il contributo di Luigi Russo alla critica letteraria, con particolare attenzione verso gli elementi conservati e/o innovativi che la contrassegnarono, sia le modalità e i termini entro i quali le sue idee possono essere ritenute ancora oggi valide o superate a distanza di oltre mezzo secolo. 

 

Sono particolarmente graditi contributi che prendano in esame la fortuna critica di Russo in Nord America e proposte in grado di enucleare e delineare i topoi della sua critica letteraria a partire dall’esame dei commenti ai classici. 

 

Altresì non sono escluse proposte di intervento che, a partire dal confronto tra il modello critico-interpretativo offerto da Russo nei suoi commenti ai classici e quello proposto da altri critici come Momigliano, Petronio, ecc., prestino particolare attenzione verso gli elementi di continuità o discontinuità che caratterizzano le diverse analisi critiche. 

 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2018 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca) 

 

Session 20: Teatro sacro e teatro popolare nel meridione italiano 

Organizer: Salvatore Bancheri (University of Toronto), salvatore.bancheri@utoronto.ca

 

Forme di teatro popolare e folkloristico (vastasate, drammi della natività, vita dei santi, teatro dei pupi ecc.), caratterizzate dall’uso del dialetto, sono ancora oggi ben documentate e ampiamente rappresentate in Sicilia e in molte altre regioni italiane.  

 

Tra le varie forme di teatro non può non essere ricordato quello sacro in versi. Ad esempio, nel panorama storico-culturale e letterario della Sicilia del Quattrocento si colloca l’unica rappresentazione sacra a noi pervenuta, La Resurressioni di Marcu di Grandi, che attesta l’esistenza dell’attività teatrale nella Sicilia medievale ed è caratterizzata dall’impiego del siciliano, in sostituzione del latino, come lingua-veicolo per rendere maggiormente fruibile il testo con l’obiettivo di rendere partecipe un pubblico ampio dei misteri della religione cristiana. 

 

Per quanto concerne i drammi della natività sono esemplificativi i presepi viventi mentre meno comuni sono le rappresentazioni parlate sulla natività di Cristo. Tra queste sono famose Il vero lume tra l’ombre, conosciuta comunemente come La cantata dei pastori (Napoli 1698), di Andrea Perrucci e la Notte in giorno (1745) di Filippo Orioles. Tra le vastasate, invece, va menzionato Il cortile degli aragonesi con il personaggio di Nofrio che ormai è parte dell’immaginario collettivo siciliano.  

 

Infine, numerose appaiono anche le opere teatrali dedicate ai santi e, in particolare, ai santi patronali (es. Santa Rosalia e Sant’Agata). 

 

La sessione è aperta a proposte che intendano esaminare opere ascrivibili a tutti questi generi teatrali con particolare attenzione per quelle in cui viene impiegato anche il dialetto. Sono particolarmente gradite proposte di intervento sulle pastorali sacre italiane (ma anche francesi, spagnole ecc.) in cui vengano messe in evidenza gli elementi popolari, le condizioni sociali e i diversi atteggiamenti dei pastori verso il grande evento della nascita del Bambino. Non sono esclusi contributi che intendano valorizzare la produzione teatrale nelle diverse realtà regionali, e/o locali, con particolare attenzione al dato linguistico (dialetto usato) e alla presenza di elementi popolari in esse riscontrabili 

 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2018 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca) 

 

Session 19: La classe di italiano L2.0: per una didattica creativa e tecnologica 

Organizer: Salvatore Bancheri (University of Toronto), salvatore.bancheri@utoronto.ca

 

La didattica dell’italiano a stranieri entro e fuori i confini nazionali è costantemente chiamata a confrontarsi con modelli e tecniche che pongano in equilibrio sia l’adeguatezza scientifica del metodo e la funzionalità in termini di sviluppo delle competenze, che la ricerca di strategie di insegnamento costantemente attrattive e adeguate agli utenti, in relazione alle età, alle motivazioni, agli obiettivi di apprendimento. La sessione intende creare un dialogo fattivo tra docenti, formatori e figure professionali capaci di guardare al processo di insegnamento come un momento di creatività e di sperimentazione di strumenti tecnologici, anche a realizzazione domestica, in grado di incentivare lo sviluppo delle competenze linguistiche e comunicative al di là del manuale o delle attività tradizionali. 

 

Il momento partecipativo di sperimentazione didattica, su cui però poggia una inevitabile riflessione teorica a monte da parte del docente, si inserisce a pieno titolo nel novero delle prerogative della Linguistica Educativa come scienza autonoma che pone proprio attenzione alle istanze di riflessione scientifica da un lato, e a quelle della loro applicazione tecnica (tecnologica) dall’altro,  in particolare in un contesto socio-economico-culturale come quello attuale in cui l’uso di nuove tecnologie è quanto mai incentivato dalle giovani o meno giovani generazioni di utenti. 

 

All’interno del quadro dell’educazione linguistica che assegna al docente un ruolo chiave di regista e sostenitore del processo di insegnamento/apprendimento, il panel intende proprio raccogliere contributi capaci di descrivere sul piano esperienziale e/o di sperimentazione in aula, gli usi e le implicazioni linguistiche, didattiche e culturali delle nuove tecnologie: la discussione è aperta a prospettive di analisi molteplici, tuttavia, e questo è il valore aggiunto, sono incoraggiati contributi in grado di descrivere non tanto gli usi tecnologici standard in cui la classe diventa replica di un modello didattico già consolidato, ma usi tecnologici creativi, di una tecnologia domestica “fatta in casa”, in grado, pur nei possibili limiti sul piano della diffusione e della standardizzazione, di adeguarsi nei fatti alle specificità della singola classe di insegnamento.  

 

La sessione è aperta a contributi in italiano e in inglese. 

 

Si prega di inviare non oltre il 15 febbraio 2018 delle proposte di circa 250 parole, accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione a Salvatore Bancheri (salvatore.bancheri@utoronto.ca) 

 

Session 18: Il mare nella narrativa: spazio dell’incontro e del ritorno, teatro di partenze e separazioni 

Organizers: Andrea Manganaro (Università degli Studi di Catania) and Eliana Maria Giordano (Università degli Studi di Catania), eliana31.g@gmail.com 

 

Protagonista silenzioso, motore delle azioni o sfondo delle vicende, il mare ha da sempre rappresentato uno dei topoi più ricorrenti in letteratura. Con la sua imponenza e sconfinatezza ha affascinato i nostri scrittori, caricandosi di significati allegorici e, talvolta, ossimorici: da ostacolo a ponte verso nuove terre e possibilità, a simbolo della condizione umana. Un rapporto intimo e ambivalente quello che lega gli autori e il mare celebrato nelle loro opere. Emblema del desiderio di restare ma, allo stesso tempo, dell’impulso a partire, il mare, nelle opere di scrittori isolani, primo fra tutti Verga, diviene il luogo dell’incontro ma, anche e soprattutto, dell’allontanamento. Il mare, l’oceano, portava verso nuove terre, e nuove speranze, gli emigranti della vecchia Europa. Oggi mostra la sua faccia ingannevole, illusoria, divenendo anche la tomba per migliaia di migranti in cerca di salvezza. Teatro di partenze che, forse, non avranno un ritorno: tematiche, oggi più che mai, attuali.  

La presente sessione è aperta a contributi che riflettano sul rapporto della narrativa con questo elemento misterioso, indagando i significati attribuitigli e come questi siano cambiati nel corso del tempo. Particolarmente gradite saranno le proposte che si concentreranno sulla presenza di questo tema nella narrativa dell’Otto-Novecento. 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di 200 parole e una breve biografia a eliana31.g@gmail.com entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 17: Il teatro per l’apprendimento dell’italiano come L2

Organizer: Erminio Neglia (University of Toronto Mississauga), erminio.neglia@utoronto.ca

La sessione rappresenta un momento di riflessione sulle prospettive e le difficoltà di insegnamento dell’italiano L2 tramite il teatro e, considerata la sua natura pratica e applicativa, è auspicata la partecipazione di insegnanti che possano contribuire con le proprie esperienze didattiche in aula. 

 

L’ostacolo più grande nel generale processo di insegnamento delle L2 è rappresentato dalla gestione della non omogeneità linguistica fra gli studenti, intesa come la necessità da parte del docente di far fronte a competenze (talvolta anche pregresse) assai diverse in termini sia strettamente linguistici che pragmatici e comunicativi. 

L’uso del teatro come strumento pedagogico implica poi la considerazione di diversi aspetti, tra i quali oltre che lo scambio comunicativo dialogico, anche l’aspetto mimetico e di movimento. 

Se si decide poi di presentare l’opera davanti al pubblico, si dovrà tener conto della scelta dell’opera da presentare e dello spazio per le prove e per la rappresentazione, elementi tutti funzionali e propedeutici per consentire allo studente di raggiungere un livello di competenza adeguato ad una rappresentazione pubblica. 

L’uso del teatro per fini didattici implica inoltre esercizi di dizione e pragmatica che rappresentano parti integranti dell’insegnamento.

 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di circa 200 parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail a erminio.neglia@utoronto.ca entro il 15 febbraio 2018.

Session 16: Poesia italiana 1900-1945

Organizers: Beppe Cavatorta (University of Arizona), beppe@email.arizona.edu e Federica Santini (Kennesaw State University), fsantini@kennesaw.edu

 

Secondo Leopardi, la “vera e contemporanea poesia” è caratterizzata dalla capacità di aggiungere “un filo alla tela brevissima della nostra vita. Essa ci rinfresca, per così dire; e ci accresce la vitalità” (Zibaldone, 1 febbraio 1829). La presente sessione è aperta a contributi che analizzino l’accrescimento della vitalità espresso da manifestazioni specifiche inerenti alla produzione poetica italiana dell prima metà del Novecento, sia occupandosi di singole raccolte poetiche, sia seguendo un metodo comparatistico. Sono particolarmente gradite proposte che esaminino quelle opere spesso escluse dal canone standard, quali quelle delle avanguardie storiche, la poesia dialettale, le intersezioni tra poesia e arti figurative, ecc., e analisi trasversali che si occupino della poesia italiana in prospettiva europea e seguano filoni tematici internazionali, quali la poesia femminile europea, le sperimentazioni linguistiche e/o multilinguistiche, la commistione tra poesia e prosa.  

 

Si prega di inviare, non oltre il 15 febbraio 2018, proposte di circa 250 parole accompagnate da una breve nota biografica completa di affiliazione a Beppe Cavatorta (beppe@email.arizona.edu) e Federica Santini (fsantini@kennesaw.edu)

 

Session 15: Le voci di dentro. Diglossie e trilinguismi nella poesia del Novecento italiano

Organizer: Giuseppe Andrea Liberti (Università degli Studi di Napoli “Federico II”), giuseppeandrea.liberti@unina.it

 

Lungi dal fossilizzarsi su un unico codice linguistico, i poeti italiani del Novecento hanno spesso scritto in più lingue: c’è chi, pur continuando a scrivere nella lingua nazionale, ha recuperato il suo dialetto d’origine, come molti grandi neodialettali; c’è chi ha accompagnato la versificazione in lingua italiana con quella in altre lingue moderne; e c’è persino chi all’italiano ha aggregato il recupero di lingue antiche come il latino – non solo Giovanni Pascoli, ma anche poeti come Giuseppe Morabito o Michele Sovente. La scelta di comporre in lingue diverse dall’italiano, pur senza abbandonarlo del tutto, può spiegarsi con una pluralità di esigenze espressive, biografiche (come nel caso di Amelia Rosselli, trilingue per formazione e per nascita) o addirittura politiche. Variegati, dunque, saranno gli esiti: si avranno così commistioni o fusioni tra i codici, oppure nette cesure tra la produzione in vernacolo e quella in italiano, fino a soluzioni di notevole originalità.

 

Il panel vuole offrire una panoramica delle ricerche in corso relative all’uso di più lingue da parte degli autori di poesia novecenteschi: si sollecitano gli studiosi a presentare studi su autori che abbiano adoperato due o più lingue nella loro produzione in versi, studi di taglio comparatistico, volti a indagare l’uso di una lingua altra dall’italiano in più di un autore, o ancora che analizzino il significato della poliglossia in poesia da una prospettiva storica e sociale.

Gli studiosi interessati sono invitati a inviare un abstract di 200-250 parole e una breve nota bio-bibliografica completa di affiliazione e indirizzo e-mail a Giuseppe Andrea Liberti (giuseppeandrea.liberti@unina.it) entro il 15 febbraio 2018.

 

Session 14: Donne ed eros: ruoli e ritratti di donna nella letteratura dell’Otto-Novecento 

Organizers: Salvatore Bancheri (University of Toronto), Luisa Genova (Università degli Studi di Catania), luisagenova92@gmail.com 

 

Sin dalle origini della letteratura italiana le donne sono state oggetto di contemplazione da parte dei poeti. Tra l’Ottocento e il Novecento, il loro ruolo è mutato nella realtà e anche nell’immaginario letterario. Sempre più donne sono diventate protagoniste, sia come personaggi di romanzi, sia come scrittrici. I ruoli assunti dalla donna-protagonista sono stati molteplici e, tra questi, particolarmente interessanti appaiono quelli dell’amante, della seduttrice, della prostituta. Questi profili femminili sono presenti sia nei capolavori della grande letteratura europea, (Madame Bovary, Nanà, Jane Eyre, Anna Karenina, Resurrezione), sia nella produzione letteraria nazionale, che si popolò di personaggi come la Lupa, Eva, Nata, ma anche Lia, nei romanzi di Verga, Teresa Uzeda di De Roberto, Giacinta e Agrippina di Capuana, Elena del Piacere di D’Annunzio, Agnese e “la madre” di Grazia Deledda.  

La presente sessione intende accogliere proposte che riflettano sulla rappresentazione del rapporto tra donna ed eros nella letteratura entro e fuori i confini nazionali tra Ottocento e primi decenni del Novecento. Sono particolarmente graditi contributi, anche in prospettiva comparatistica e tematica, su romanzi e novelle che abbiano come oggetto la figura femminile nelle vesti dell’amante, della seduttrice, della prostituta. 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di circa 200 parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail a luisagenova92@gmail.com entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 13: Insegnare la narrativa: il romanzo dell’Ottocento 

Organizers: Andrea Manganaro (Università degli Studi di Catania), and Luisa Genova (Università degli Studi di Catania), luisagenova92@gmail.com

  

Questa sessione intende mettere a confronto modalità, strategie, tecniche,  esperienze, relative all’insegnamento del romanzo italiano dell’Ottocento, sia sotto il profilo storico-critico-interpretativo, sia sotto quello linguistico.   

Il panel è aperto a interventi sui grandi classici (Manzoni, Nievo, Verga), ma anche sui  romanzi  dei “verismi” regionali  e sul romanzo “bambino” (Pinocchio e Cuore). Saranno  particolarmente graditi contributi riguardanti l’uso del romanzo storico, e in primo luogo i Promessi Sposi, nella didattica della letteratura rivolta a studenti italiani e stranieri. Si sollecitano in particolare contributi sulle esperienze e ipotesi ermeneutiche finalizzate a rinnovare nei lettori d’oggi la vitalità nel romanzo manzoniano, e a far emergere nei discenti competenze letterarie-interpretative e linguistiche puntando soprattutto sui grandi temi (giustizia, potere, religione, individuo/storia, ecc.) affrontati. Saranno altresì fortemente gradite proposte sui rapporti tra romanzi italiani e intersezioni europee, e sugli aspetti linguistici e tematici del romanzo nelle realtà regionali. 

 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di circa 200 parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail a luisagenova92@gmail.com entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 12: La narrativa breve: la novella moderna 

Organizers: Andrea Manganaro (Università degli Studi di Catania), and Luisa Genova (Università degli Studi di Catania), luisagenova92@gmail.com

 

Il “genere” della novella nell’Ottocento si rinnova profondamente: non solo si compie totalmente l’emancipazione dalla esemplarità, ma si afferma sempre di più la rappresentazione della casualità e del quotidiano, e il concentrarsi dell’intreccio intorno ad un punto focale. All’antico nome tende sempre di più a sostituirsi quello di “racconto”, anche se significativamente, tra fine Ottocento e primo Novecento, autori come Verga e Pirandello, nel rifondare sostanzialmente il genere, nelle forme, nei temi, nelle tecniche espressive, hanno preferito il termine canonico della tradizione, «novella». La novella-racconto si definisce anche in rapporto ai generi maggiori: da una parte per la sua brevità e concentrazione, che ne favoriscono la circolazione in quotidiani e periodici, si distingue rispetto al romanzo; dall’altra, per l’intensità, e il concentrarsi sulla collisione, mostra contiguità con il dramma.  

La sessione è aperta a tutti i contributi che mirino a evidenziare la specificità della novella moderna (Ottocento-primo Novecento), anche in prospettiva comparatistica, con prove di lettura testuale e tematica, con riflessioni di ordine teorico, sulle pagine di poetica degli stessi autori, o che affrontino problemi legati alla circolazione dei testi e al pubblico.   

 

Coloro che sono interessati sono pregati di inviare un abstract di circa 200 parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail a luisagenova92@gmail.com entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 11: La donna e la guerra nella letteratura dell’Ottocento e del primo Novecento 

Organizers: Andrea Manganaro (Università degli Studi di Catania), and Luisa Genova (Università degli Studi di Catania), luisagenova92@gmail.com

 

Il centenario della fine della primo conflitto mondiale  offre l’occasione  per riflettere sul rapporto tra donne e guerra nella letteratura dall’Ottocento al primo Novecento: scrittrici, ma anche, nella rappresentazione letteraria e nella memorialistica, patriote, brigantesse, combattenti, e, ancora di più,   vittime, private per sempre dalle guerre degli uomini a cui erano legate (padri, figli, mariti, fidanzati). Per le donne molto spesso la guerra non si conclude con la fine del conflitto, ma ne segna per sempre il destino. La sessione è aperta a contributi che intendano esaminare, sotto molteplici punti di vista, il rapporto donna-guerra, dal Risorgimento alla Prima Guerra mondiale, nella rappresentazione letteraria, nelle testimonianze memorialistiche, negli epistolari. Saranno graditi sia contributi focalizzati su singole scrittrici e su singole opere, sia indagini tematiche, anche in prospettiva comparatistica.  

 

I partecipanti sono pregati di inviare un abstract di circa 200  parole e una breve biografia completa di affiliazione e indirizzo e-mail a luisagenova92@gmail.com entro il 15 febbraio 2018. 

 

Session 10: LA PRODUZIONE ORALE IN CLASSI DI ITALIANO L2/LS: TECNICHE E STRATEGIE COMUNICATIVE 

Organizers:  Francesca Romana Memoli / Fabiola Tiberi (Accademia Italiana Salerno), fabiola@accademia-italiana.it  

 

Lo sviluppo della competenza comunicativa è centrale nella costruzione di ogni percorso didattico di apprendimento di una lingua straniera. Motivare lo studente, aiutarlo a vincere le barriere del filtro affettivo e della language anxiety, rappresenta una delle sfide più difficili per ogni insegnante. 

L’obiettivo di questa sessione è quello di analizzare i fattori che limitano la produzione orale, indicando le strategie didattiche più efficaci allo sviluppo della competenza comunicativa.  

Si invitano i colleghi a presentare contributi che evidenzino, sulla base delle proprie esperienze e dei diversi contesti di apprendimento, percorsi e tecniche didattiche, anche con l’ausilio della tecnologia, per accrescere la motivazione e sviluppare la produzione orale degli studenti in classi di italiano L2/LS. 

Si prega di inviare un abstract di 200-250 parole e una breve biografia, completa di affiliazione e indirizzo email a fabiola@accademia-italiana.it entro il 28 gennaio 2018. 

 

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ORAL PRODUCTION IN CLASSES OF ITALIAN L2/LS: COMMUNICATIVE TECHNIQUES AND STRATEGIES 

 
The development of the communicative competence is central in the construction of a teaching curriculum for the learning of a foreign language. Motivating the students, helping them to overcome the barriers of the affective filter and of the language anxiety, represents one of the most difficult challenges for a teacher.  

This session aims to analyze the factors that limit oral production, indicating the most effective teaching strategies for the development of the communicative competence.  

Colleagues are invited to present contributions highlighting, on the basis of their own experiences and different learning contexts, teaching projects and techniques, also by the aid of technology, in order to increase motivation and to develop the oral production of students of Italian SL/FL. 

Please send a 200-250 -word abstract, brief biographical note, and requests for audio-visual equipment  to fabiola@accademia-italiana.it by January 28, 2018. 

 

Session 9: Prospexi Italiam summa sublimis ab unda (Aeneis, VI, 357)

Lingue/Linguaggi/Languori: l’italianità odiosamata

Organizers: Dagmar Reichardt (Latvian Academy of Culture – Riga) and Maurizio Rebaudengo (Convitto Nazionale “Umberto I” – Torino), rebaudengomaurizio@gmail.com

 

We are seeking scholars who are interested in exploring how from the Unification of Italy (1861) until today the Italian identity has been conveyed and expressed through different languages and

media both from native and non-native speakers, in the nostalgicand innovative admiration of the Italian emigrants’ and/or foreign immigrants’ works. We would very much welcome papers analyzing the relationship between the cultural and political Sardinian identity and the Italian ones.

 

Please send a 150-200 words abstract of proposed paper (either inEnglish or Italian), a brief biographical note, and requests for audio-visual equipment to Maurizio Rebaudengo

(rebaudengomaurizio@gmail.com) by February 1st, 2018.

 

Stiamo cercando studiosi interessati ad esplorare come a partiredall’Unità d’Italia (1861) ad oggi l’identità italiana sia stata trasmessa ed espressa in diverse lingue e diversi media sia da madrelingua sia da stranieri italofoni, nell’ammirazione nostalgica ed innovativa di opere scritte da emigranti Italiani e/o da immigrati stranieri. Molto apprezzati sarebbero degli interventi che analizzino la relazione tra l’identità culturale e politica sarda e quelle italiane.

 

Siete pregati di inviare un abstract di 150-200 parole della proposta di intervento (in inglese o in italiano), una breve nota biografica, e richieste per strumentazione audiovisiva a Maurizio

Rebaudengo (rebaudengomaurizio@gmail.com) entro il 1°febbraio 2018.

Session 8: Title: Scritture sperimentali/Experimental writings

Organizer: Gianluca Rizzo (Colby College), grizzo@colby.edu

Description: This panel aims to explore 20th-century experimental works of all genres, characterized by a non-normative approach to language, tradition, or the act of writing itself. Papers analyzing the intersection between literature and other art forms (theater, music, visual arts, cinema, architecture, design) as well as cross-disciplinary and/or non-traditional approaches to the theme of experimentation are welcome. Possible topics include:

  • the historical avant-gardes (and Futurism, in particular); 
  • their legacy and their relation with the neo-avant-garde (Novissimi and Gruppo 63), as well as the third wave of Gruppo 93;
  • the appropriation, interpolation, and re-writing of classic texts through an experimental lens;
  • the works of artists and writers who mastered more than one art form over the span of their careers;
  • translation (inter-linguistic and inter-semiotic, to use Jakobson’s categories) as a laboratory for literary and artistic experimentation

Please send a 150-words abstract and a brief bio to Gianluca Rizzo (grizzo@colby.edu) by Feb. 1st.

Session 7: “New York non è un’evasione: è un impegno, una guerra”. Da Pasolini agli Stati Uniti, dagli Stati Uniti a Pasolini  

Proponenti: Francesco Chianese (Università L’Orientale, Napoli), f.chianese@gmail.com Pietro Bocchia (University of Notre Dame), pbocchia@nd.edu

 

[Italiano] 

Nell’arco della sua carriera, Pier Paolo Pasolini ha dato una interpretazione poliedrica della cultura americana, secondo il tipico eclettismo del suo pensiero. 

Già a partire dagli anni Cinquanta, la cultura americana esercita una influenza notevole sull’opera di Pasolini attraverso il teatro di Eugene O’Neill e Thornton Wilder. È negli anni Sessanta, tuttavia, che tale influenza diviene preminente. Nel 1966, Pasolini scrive in risposta alle domande di un immaginario intervistatore americano un lungo poemetto, Poeta delle ceneri, nel quale compendia i suoi lavori e la sua biografia e al contempo rilancia una nuova fase della sua produzione. Proprio a partire dal 1966, anno in cui Pasolini soggiorna per la prima volta a New York, il poeta interroga la cultura americana non solo in quanto origine della civiltà dei consumi, ma anche come culla del fenomeno della “controcultura”. Di ritorno dal primo soggiorno in America, come documenta una famosa intervista concessa a Oriana Fallaci per L’Espresso, Pasolini si dice entusiasta dei linguaggi rivoluzionari della “controcultura” e in particolare dei movimenti che fanno capo alla “New Left”. Nel 1968, a differenza degli studenti italiani che conducono una “guerra civile” tutta interna alla borghesia, come vuole la famosa invettiva del poema Il Pci ai giovani!!, gli studenti americani secondo Pasolini producono un linguaggio alternativo allo status quo: questi, non quelli, sono i veri rivoluzionari. Nella seconda metà degli anni Sessanta, la controcultura è dunque uno dei filoni della cultura americana in cui, insieme alla poesia di Allen Ginsberg e alle esperienze del “living theatre”, Pasolini trova una delle sue maggiori fonti di ispirazione per la sua esperienza di scrittore e intellettuale.  

Il presente CFP è aperto a tutte le modalità con cui è possibile confrontare Pasolini con l’esperienza americana, tra cui:  

  •         Elementi, temi, miti della cultura americana presenti nell’opera di Pasolini;
  •         La ricezione americana delle opere dell’autore e le traduzioni in inglese dei suoi testi;
  •         Resoconti ed esperienze dell’autore negli Stati Uniti;
  •         Le modalità con cui Pasolini ha descritto i rapporti tra Stati Uniti e Italia;
  •         Comparazioni con autori americani che Pasolini ha incontrato o con cui si individuano elementi di continuità.

 

Gli interessati possono inviare un abstract di max. 200 parole insieme a una breve bionota entro il 20 gennaio 2018 agli indirizzi: f.chianese@gmail.com e pbocchia@nd.edu 

 

[English]   

Over the course of his career, Pier Paolo Pasolini provided a complex and versatile interpretation of the American culture, in accordance with the eclectic nature of his thought 

            Since the 1950s, American culture influences Pasolini through Eugene O’Neill and Thornton Wilder’s theatre. However, the influence of the American culture on Pasolini’s oeuvre becomes prominent in the 1960s. In 1966, Pasolini writes a long poem entitled Poeta delle ceneri, which is meant to be a compendium of his oeuvre so far, as well as a new starting point. The poem is conceived as an interview with the poet led by an imaginary American reporter. From that year, when Pasolini visits New York for the first time, he starts questioning the culture of the United States not only as the origin of consumerist society, but also as the cradle of “counterculture”.  Back from his first journey to the US, as witnessed by an interview by Oriana Fallaci for L’Espresso, Pasolini declares to be enthusiastic about the revolutionary languages of the American “counterculture” and about the movements related to the New Left. According to Pasolini, the American students represent a positive revolutionary paradigm to oppose to the “civil war” within the middle class undertaken by the Italian students, to whom the famous invective of the poem Il Pci ai giovani!! is devoted. In the second half of the 1960s, counterculture is with Allen Ginsberg’s poetry and the experience of the “living theatre” one of the American cultural trends in which Pasolini seeks for inspiration for his experience as a writer and an intellectual 

This CFP is opened to all the ways in which one can consider Pasolini’s relationship with the American experience, as for example: 

  •         Issues,topics, myths from the American culture in Pasolini’s oeuvre; 
  •         The American reception ofPasolini’s works and its translations into English; 
  •         Reports andexperiences of Pasolini in the United States; 
  •         The ways Pasolinidescribed the relationships between the United States and Italy; 
  •         Comparisonswith American writers and directors whom Pasolini met in the United States, or with whom it is possible to find elements of analogy; 

 

Please send abstracts of max. 200 words and a short bionote by 20thJanuary 2018 to the following email addresses: f.chianese@gmail.com and pbocchia@nd.edu. 

 

Session 6: Poesia moderna e contemporanea

Organizer and Chair: Antonello Borra (University of Vermont), antonello.borra@uvm.edu

 

Questa sessione è aperta a contributi sulla poesia più recente, sia qu

ella prodotta entro i confini nazionali, magari per opera di nuovi Italiani, che quella che si viene scrivendo all’estero. Si sollecitano anche interventi su poeti che scrivono in dialetto o in una delle lingue regionali. In particolare, vista la sede del convegno, si incoraggiano contributi sulla poesia scritta in sardo o in uno dei dialetti dell’isola. Saranno presi in considerazione saggi ispirati ai più diversi indirizzi critico-teorici, ma verran privilegiati contributi con un interesse specifico nei confronti di nuove metodologie, come ad esempio l’ecocritica o la biopoetica, o un approccio interdisciplinare. I colleghi interessati sono pregati di mandare il titolo del proprio intervento, un abstract di circa 300 parole e una breve nota biografica a  antonello.borra@uvm.edu entro il 15 febbraio.

 

Session 5: “I sognatori di domani: Il Movimento a 50 anni dal 1968”       

Organizzatori: Marco Marino e Domenico Palumbo (Sant’Anna Institute) 

Chair: Marco Marino (marco.marino@santannainstitute.com) 

 

Dalla Primavera di Praga, alle proteste degli studenti a Parigi, dal movimento per i diritti civili negli USA al movimento operaio italiano, il 1968 segnò una serie di eventi che lasciarono il segno in tutte le forme di comunicazione: dalla letteratura al cinema, dalla critica giornalistica ai giornali studenteschi… 

Questa sessione intende esaminare le differenti espressioni culturali in cui il Movimento si manifestò all’interno della società italiana. Sono benvenuti interventi che, tra le altre cose, tentino di rispondere alle seguenti domande: i movimenti sociali generano cambiamento? La letteratura, il cinema, le arti figurative possono ispirare i movimenti sociali? E’ possibile ipotizzare un nuovo ’68? 

 

Si prega di inviare un abstract di 200-250 parole e una breve biografia, completa di affiliazione e indirizzo email a Marco Marino (marco.marino@santannainstitute.com) entro il 10 Febbraio 2018. 

 

Session 4: Title: Grazia Deledda’s Transgressive Legacy and Sardinian Women’s Writing  

Organizer: Margherita Heyer-Caput, (University of California, Davis), mheyercaput@ucdavis.edu

 

Description: 

Grazia Deledda’s narrative opened Sardinia as “sardità,” as metonymy of the modernist crisis, to the world, and vice versa.  While blurring the lines between “major” and “minor” literatures (Deleuze and Guattari), the 1926 Nobel Laureate subverted unified Italy’s cultural, linguistic, and gender role paradigms.  Deledda’s transgressive legacy has informed the work of numerous women writers and intellectuals from Sardinia throughout the twentieth and twenty-first centuries.  The session welcomes contributions in Italian or English that explore the transgressive nature of Deledda’s writing and of other modern and contemporary Sardinian women authors, such as Marianna Bussalai (1904-47), Grazia Dore (1908-84), Maria Giacobbe (1928-), Milena Agus (1955-), and Michela Murgia (1972-). 

 

Please send a 200-word abstract in Italian or English, a brief biographical paragraph, and A/V needs to mheyercaput@ucdavis.edu. 

 

 

Session 3: Insegnare, apprendere, parlare italiano in Nord America: strumenti, prospettive, ricerche 

Organizers and Chairs: Simone Casini (University of Toronto Mississauga), simone.casini@utoronto.ca ,  Christine Sansalone (Laurentian University), csansalone@laurentian.ca  

 

La diffusione dell’italiano nel mondo, il suo insegnamento come lingua di comunicazione, le ricerche legate ai pubblici dell’italiano L2 e alle motivazioni vecchie e nuove di apprendimento rappresentano, oggi, direttrici entro cui inscrivere quelle azioni di politica linguistica capaci di dare conto dello stato di salute della nostra lingua entro e fuori i confini nazionali e, contestualmente, operare ai fini di una progettazione strategica di quanto necessario per dare all’italiano un futuro – linguistico – in un mondo globalizzato in cui serrato sarà il confronto con le altre lingue e culture europee e extraeuropee.  

Ciò premesso, sia per la molteplicità delle fonti (tra quelle istituzionali ricordiamo Ministero affari esteri, 2014, 2016, 2017) che per la eterogeneità delle interpretazioni e delle ricerche nell’ampio settore dell’italianistica, il panel si apre a riflessioni diverse entro il piano dell’educazione linguistica, con l’obiettivo di indagare quali sono oggi i numeri, i presupposti, gli strumenti e le azioni che supportano l’insegnamento/apprendimento e diffusione dell’italiano all’estero nello specifico contesto Nord Americano. 

In linea con le premesse il panel è aperto a contributi legati in particolare, ma non in via esclusiva, ai seguenti temi: 

-          i numeri dell’italiano in Nord America; 

-          analisi e studio delle motivazioni di apprendimento dell’italiano L2; 

-          l’industria culturale e didattica della lingua italiana: i manuali di italiano L2; 

-          legame tra apprendimento, insegnamento, diffusione della lingua e emigrazione italiana; 

-          la valutazione delle competenze linguistiche; 

-          il docente di italiano L2 in Italia e all’estero; 

-          sistemi educativi diversi: l’insegnamento dell’italiano in Nord America; 

-          esperienze educative in classe: tra corsi graduate e corsi undergraduate; 

–      italiano e media all’estero: ruolo passato, presente e futuro. 

 

Il panel è aperto a contributi in lingua italiana e inglese da inviare entro il 15 gennaio ai seguenti indirizzi mail: 

Simone Casini – simone.casini@utoronto.ca  

Christine Sansalone  csansalone@laurentian.ca  

 

Session 2: L’italiano: come fare ad insegnARTElo? L’italiano attraverso le arti tra proposte metodologiche ed esperienze didattiche. (Tavola Rotonda)

Organizers and Chairs: Simone Casini, (University of Toronto Mississauga), simone.casini@utoronto.ca & Sara Galli, (University of Toronto), sara.galli@utoronto.ca

 

La proposta di tavola rotonda intende creare un dialogo fattivo tra riflessioni teoriche e di esperienza didattica in aula legate all’insegnamento linguistico attraverso l’uso di arti diverse quali, solo a titolo esemplificativo, cinema, pittura, letteratura, teatro ecc.

La tematica proposta si inserisce nel quadro dell’educazione linguistica di Italiano L2 sia entro che fuori i confini nazionali e pone come punto di partenza delle considerazioni il tentativo di veicolare all’interno delle classi di italiano L2 elementi della linguistica italiana legati, ad esempio, a questioni di sociolinguistica e dialettologia, talvolta difficili da rappresentare e trasmettere a studenti di primo livello senza l’ausilio di “strumenti” diversi rispetto al “semplice” manuale.

A ciò si aggiunge la necessità per il docente di italiano L2 di trasmettere valori socioculturali ed identitari capaci di descrivere spaccati di vita autentica dell’Italia di ieri e di oggi che siano al contempo attrattivi e motivazionali per studenti.

In linea con tali obiettivi si auspica un dialogo tra idee ed esperienze diverse, ciascuna in grado di apportare il proprio contributo ad una tavola rotonda che vuole, sin dalle premesse, richiamare voci molteplici entro il piano dell’educazione linguistica (L1 o L2) in Italia e all’estero .

 

La tavola rotonda è aperta a contributi in italiano o in inglese.

Inviare la proposta di tavola rotonda entro il 14 gennaio 2018 a

simone.casini@utoronto.ca

sara.galli@utoronto.ca

 

Session 1: New Sardinian Cinema: Cabiddu, Mereu, Pau, Pitzianti e il nuovo cinema sardo 

Organizer: Stefania Lucamante, (Catholic University of America), lucamante@cua.edu

  

Banditi a Orgosolo di De Seta (1960),  Barbagia di Lizzani (1969), e più tardi Padre padrone dei fratelli Taviani (1977) costituiscono forse gli esempi più noti dell’utilizzazione del cinema-inchiesta come modalità espressiva per la costruzione di immagini filmiche sulla criminalità in Sardegna. L’Anonima sequestri e i banditi portati alla ribalta della stampa come Graziano Mesina, oltre al malessere sociale, costituivano punti fermi della rappresentazione dell’isola. Negli ultimi vent’anni i soggetti cinematografici e il trattamento dell’immagine dell’isola hanno subito importanti variazioni tematiche e strutturali anche in virtù delle mutate biografie dei registi che lavorano sul territorio sardo. Se nel passato i registi e sceneggiatori erano agenti esterni alla cultura isolana, i film sono adesso concepiti e girati da autori isolani. Se tale movimento si è confermato nella sua evidente rilevanza grazie ad alcune riduzioni cinematografiche di romanzi ambientati nell’isola e di autore sardo quali Il figlio di Bakunìn di Sergio Atzeni  diretto da Gianfranco Cabiddu (1997); Arcipelaghi di Maria Giacobbe diretto da Giovanni Columbu (2001), Sonetàula di Giuseppe Fiori diretto da Salvatore Mereu (2008); Bellas mariposas di Sergio Atzeni  diretto da Salvatore Mereu (2012), il fenomeno definibile in termini di New Sardinian Cinema (calco dal New Neapolitan Cinema) non si ferma qui. Anzi.  

 

Il recente e premiatissimo La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu (2015) crea suggestivi riferimenti al grande teatro di Eduardo come ai testi classici del repertorio shakespeariano. Utilizza lo spazio dell’isola dell’Asinara come eterotopo edenico all’interno del quale varie culture entrano in conflitto con il Potere e, finalmente, una diversa resa della criminalità come elemento non-endemico. Il film utilizza la figura del pastore, tipica della letteratura regionale sarda, ma filtrata attraverso una diversa lente. La lingua utilizza varianti sarde (oltre al napoletano) senza nulla togliere alla classicità del testo. Infatti, in questi film di cui La stoffa dei sogni costituisce l’ultimo illustre esempio (ma si ricordi anche la narrazione duale e parallela italiano-sardo dell’Arbitro di Zucca) la caratteristica più importante si rivela la lingua impiegata che, come nel nuovo cinema napoletano struttura un ambiente socio-antropologico di grande stimolo e che certo esula dai confini del verismo. I registi sardi non lavorano su tematiche isolane soltanto, ma portano l’isola all’interno di un discorso che va oltre le sue coste. 

 

Inviare titolo intervento, una sinossi di circa 250 parole e cenni biografici a Stefania Lucamante lucamante@cua.edu 

 

 

Accepted Papers

 

Paper 10: Giorgio Vasta: a hypermodern writer? 

Presenter: Lorenzo Cardilli (Politecnico di Milano ), lorenzo.cardilli@polimi.it 

 

SHORT DESCRITPION 

According to Raffaele Donnarumma’s Ipermodernità (2014), some current novelists have overcome the rigid dichotomy between reality and fiction. Having absorbed the postmodern notion of the fictionalization of reality, they have turned their attention towards the concept of truth. Indeed, this revival of truth could be linked to a former modernist trend, which, according to Donnarumma, went well beyond the first half of the 20th century. Therefore, hypermodern novels mix fiction and reality in hybrid and unstable formulas, such as documental realism or auto-fiction works; additionally, they are characterized by a strong drive for telling the truth, which cannot be strictly reduced to reality any more. In his exploration of contemporary novels, Donnarumma does not mention Giorgio Vasta, who wrote Il tempo materiale in 2012, a historical-philosophical novel set in the Seventies, which were dubbed the Years of Lead due to the numerous terrorist attacks. While former PM Aldo Moro’s assassination remains in the background, the novel – whose leading characters are three young emulators of the Red Brigades – often violates realistic principles, and its narration heavily relies on both a visionary style and a pyrotechnic rhetoric. My paper will be focused on the ways in which Vasta employs rhetorical and narrative devices to “uncover the truth”, i.e. to disclose the deep cultural roots which underpinned the 70s and, to a broader extent, the age of the First Republic. The scenery depicted in Ipermodernità may be enriched in unexpected ways, by focusing on Vasta’s hybrid discursive regime, which is characterized by a distinctive combination of sociohistorical analysis and a tendency to sway to the fantastic. 

 

 

Paper 9: Giudicare. Letteratura e diritto in Salvatore Satta.

Presenter: Antonio Spampinato (Université Paris-Nanterre), anto.spampi@gmail.com

 

 

            In tutta la sua opera di giurista e scrittore, Salvatore Satta si dedica all’interpretazione del «mistero del processo». Il diritto è per Satta il tentativo di spiegare il mistero che riguarda la vita in generale. Questo è racchiuso nell’atto del giudizio, atto che, per l’autore sardo, non ha scopo e che si pone come una battuta d’arresto del diritto e della vita, che sono entrambi «movimento, volontà e azione». 

            In questo senso, il giudizio è l’atto che si discosta dalla vita, che sfugge al diritto, di cui «gli uomini hanno intuito la natura divina», e che non ha altro modo di manifestarsi se non nella pena. Nullum judicium sine poena afferma Satta, capovolgendo il brocardo.

            Da tali premesse, maturate attraverso la sua ricerca di giurista, Satta misura la portata di quest’interrogativo: Cosa è quindi il giudizio?

            Attraverso la scrittura, in particolare con il romanzo Il giorno del giudizio, l’autore ci consegna l’interpretazione più alta del giudizio come mistero.

            Con l’intervento si intende ripercorrere la genealogia di questo pensiero per poi soffermarsi sulle forme raffinate del linguaggio letterario di Satta.

 

Paper 8: Contemporary Italian Cinema of Migration 

Presenter: Temenuga Trifonova (York University, Toronto), temenuga@yorku.ca 

 

 

Recently T. Elsaesser has argued that although European cinema has been demoted to just another part of ‘world cinema’, this ‘demotion’ is actually a golden opportunity for European cinema rather than a sign of its fade into oblivion for, insofar as European films now exist at the margins, they are free from the burden of having to reflect specific values or of having to represent the nation. I will argue, however, that Italian cinema is by no means ‘free of having to reflect certain values’—on the contrary, it is expected to bear witness to a continually unfolding Italian—and European—refugee crisis couched in humanitarian terms, thereby prompting some scholars to warn against the (Eurocentric) conflation of European values with universal values. By examining recent Italian films—Mediterranea (Jonas Carpignano, 2015), Fuocoammare (Gianfranco Rosi, 2016), Terraferma (Emanuele Crialese, 2011), Shun Li and the Poet (Andrea Segre, 2011) and others— (Mediterranea, Io Sono Li, FuocoammareTerraferma, and others—I will show that it is becoming increasingly difficult to separate stories about migration as a humanitarian issue from stories exploring life under the conditions of neoliberalism. While some Italian films tends to underplay the difference between migrants and non-migrants, Italians and non-Italians, representing both as victims of neoliberalism, in other films race ultimately reasserts itself as an unbridgeable difference, pointing to migration as an “ever-deferred confrontation with the European Question as a problem of race and postcoloniality” (Nicholas de Genova).  

 

Bio 

Temenuga Trifonova is Associate Professor of Cinema and Media Studies at York University, Toronto. She is the author and/or editor of Contemporary Visual Culture and the Sublime (Routledge, 2017), Warped Minds: Cinema and Psychopathology (Amsterdam UP, 2014), European Film Theory (Routledge, 2008), and The Image in French Philosophy (Rodopi, 2007). Her articles have appeared in The Routledge Encyclopaedia of Film Theory, Cinema: Journal of Philosophy and the Moving Image, SubStance, Film and Philosophy, Space and Culture, The European Journal of American Culture, Studies in European Cinema, Rivista di Estetica, CTheory: Theory beyond the Codes, Cineaste, Studies in Eastern European Cinema, CineAction, Studies in Comics, Quarterly Journal of Film and Video, The Wallace Stevens Journal, Postmodern Culture, Scope, Kinema, Senses of Cinema, Interdisciplinary Literary Studies, and several edited collections. She is the recipient of a 2018/2019 Le Studium Research Fellowship (France). 

 

Paper 7: La genesi de “Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta 
Presenter: Angela Guiso, angela.guiso@tiscali.it 

 

Propongo di occuparmi di un argomento ancora sconosciuto: la genesi del romanzo “Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta, cui l’autore fa cenno in 20 lettere circa, ancora inedite. Mi occuperò, ovvero, dei molti dubbi e delle scarse certezze che ne hanno accompagnato la scrittura, dettati all’amico Bernardo Albanese. Squarci e scorci preziosissimi che dimostrano, come nient’altro, le ragioni della sua scrittura e giustificano l’avarizia della classificazione per un romanzo giudicato universalmente un capolavoro. 

“Narrazione, romanzo, racconto, memoriale, che forma è la sua”? si chiedeva lo scrittore Giorgio Todde. Satta, Todde non poteva saperlo, ne era consapevole. “Ho scritto finora tre capitoli. La forma è quella apparente del romanzo: non mi riusciva di scrivere in forma di memoria” Così l’autore il 1/ 9/ 1970. 

Libro solitario, fuori dal flusso della letteratura con il viaggio e il ritorno alle radici, temi di grandezza biblica, che giustificano il titolo privo di accenni alla terra promessa. C’è solo il dolore che, da familiare, si fa sociale e tocca l’acme nella visita al cimitero con l’autore, “ridicolo dio”, chiamato a liberare i morti dalla memoria. Dalla recente pubblicazione dell’epistolario, finora inedito: 120 lettere alla moglie, emerge il debito autorale nei confronti degli scrittori russi e della sua straordinaria cultura giuridica. Si afferma quasi un’oggettivazione giuridica del dolore, un leopardiano eroismo del dolore, seppure venato di suggestioni religiose. 

L’inizio del romanzo data al 25 luglio 1970 a Fregene (Roma), ma la prima lettera in cui dà notizia dell’evento risale al 29 luglio. Poi seguono le altre. 

 

Paper 6: Trauma senza evento. La narrativa italiana al tempo della sottocultura  

Presenter: Andrea Sartori (Brown University), andrea_sartori1@brown.edu  

 

Il paper affronta la questione del “trauma senza evento” formulata da Nicola Lagioia nel romanzo Riportando tutto a casa (2009) e la accosta alle analoghe nozioni di “inesperienza” (Antonio Scurati) e “trauma senza trauma” (Daniele Giglioli), che in vario modo presuppongono la riflessione di Jean Baudrillard sullo “sciopero degli eventi”. Queste espressioni vengono considerate rappresentative della narrativa italiana degli ultimi tre decenni, ovvero di un arco di tempo che ha coinciso con l’affermarsi nel nostro Paese di ciò che Massimiliano Panarari (2010) ha definito, capovolgendo di segno un lemma gramsciano, “egemonia sottoculturale” dei mass media. Il paper argomenta che, dagli anni della svolta berlusconiana in televisione e in politica fino alle fake news di oggi, si è prodotto un processo traumatico, che non coincide con un evento specifico, empiricamente rilevabile tra quelli che scuotono la contemporaneità e la sua immaginazione. Tesi del paper è invece che quel processo è tutt’uno con la diffusa strategia culturale dell’odierno discorso politico e del suo soft power, per il quale – prima ancora d’imprimere un determinato orientamento all’opinione pubblica – va sfruttata, con la complicità della tecnologia, la crisi della nozione comune di realtà. Quest’ultima diviene in conclusione oggetto di un trauma dal tratto epistemologico anomalo, di un lutto la cui cura non può che procedere – come già intuì Sigmund Freud nella lettera a Wilhelm Fliess del 21 settembre 1897 – sul piano della fiction.    

 

 

Paper 2: Donna o personaggio? L’attrice e il suo doppio in Trovarsi di Luigi Pirandello 

Presenter: Anna Maria Saba, annamariasaba.ozieri@gmail.com  

 

L’intervento intende presentare la commedia pirandelliana Trovarsi. Scritta nel 1932, l’opera mette in scena il dramma dell’attrice ovvero la scelta tra l’amore e il teatro, la Vita e l’Arte. Una riflessione sulla commedia e le sue rappresentazioni rivela la complessità del personaggio dell’attrice, che in Trovarsi prevede la proiezione nella figura delle sue interpreti. 

La storia delle rappresentazioni dell’opera attesta la singolarità del suo destino: scarsamente rappresentata in Italia e all’estero e mai giunta al cinema, cui pure era destinata, essa lega indissolubilmente la sua fortuna al nome dell’attrice pirandelliana per eccellenza, Marta Abba, che ne fu ispiratrice, dedicataria e sua prima interprete nel ruolo del personaggio della protagonista, l’attrice Donata Genzi. 

 

Inaugurando con il dramma la stagione teatrale del 1932-’33, l’attrice lo portò in tournée con la sua Compagnia in alcuni dei massimi centri artistici italiani, fra cui anche Cagliari, dove Trovarsi, rappresentato ai primi di gennaio del 1933, riscosse un importante successo di pubblico ed una reazione della critica significativa della particolarità del dramma. 

Attenta spettatrice dell’opera, la città di Cagliari partecipa dunque alla promozione del teatro pirandelliano più tardo e meno noto, favorendo così, anche attraverso esso, l’inscriversi della vita culturale dell’isola nella storia letteraria e artistica dell’Italia della prima metà del Novecento. 

 

Note biografiche: 

 

Anna Maria Saba consegue nel 1993 la laurea con lode a Pisa con una tesi in Letteratura Italiana dal titolo Filosofia e Psicoanalisi ne «La coscienza di Zeno» di Italo Svevo”.  

Insegna dal 1994 al 2007 discipline umanistiche al Liceo Pareto di Losanna, in Svizzera. Ottiene nel 2007 la cattedra di Filosofia e Storia, di cui è titolare presso il Convitto Nazionale di Roma. Nel corso degli anni, in virtù di una formazione nell’ambito del teatro, ha costituito una compagnia teatrale a Losanna e poi a Roma, con cui ha realizzato la messa in scena di diversi spettacoli tratti dal repertorio comico italiano. 

Parallelamente all’attività didattica ha conseguito diversi diplomi nell’ambito dell’apprendimento-insegnamento delle lingue straniere. 

Svolge attualmente un Dottorato di ricerca sul teatro pirandelliano presso il Dipartimento di Italiano della Facoltà di Lettere dell’Università di Losanna, sotto la direzione del Professor Alberto Roncaccia. 

Ha pubblicato diversi articoli di argomento teatrale:  

Per una drammaturgia del teatro contemporaneo. Che dire?, in «Ariel» n. 25, 1994; 

La costruzione del personaggio esistenziale dell’attrice in “Trovarsi” di Luigi Pirandello, in  

Atti del Convegno Internazionale di Italinistica dell’Università di Craiova, 2015;  

Le comique sur la scène de “Se trouver”, de Luigi Pirandello : une réalisation particulière de l’humorisme (Colloque Interdisciplinaire de l’Unversité de Lausanne) in Fabula/Les colloques, 16 octobre 2017. 

Sono attualmente in corso di pubblicazione : 

Il tempo e lo spazio sulla scena di “Trovarsi” di Luigi Pirandello (Convegno Internazione di Italiniastica dell’Università di Craiva, 2016); 

La Sicilia come approdo alla trappola dell’esistenza nella novella ‘Lontano’ di Luigi Pirandello (Convegno Internazionale AATI, Palermo 2017) AnnaMaria.Saba.1@unil.ch, annamariasaba.ozieri@gmail.com 

 

Paper 1: The Politics of Hip Hop in Sardinia: Sa Razza 

Presenter: Susanna Scarparo (The Australian National University), Susanna.Scarparo@monash.edu

 

Since the 1980s and 1990s, reggae and reggae-inflected hip hop have provided marginalised Italian youth with a music that has helped them articulate their political values and to create local and global communities which in turn empowered them, and their listeners, with agency. Similarly, in the marginal Italian island of Sardinia, hip hop, reggae/raggamuffin, and fusions between these genres, emerged in the early 1990s as a means of critiquing power structures and foregrounding marginal voices and languages. Arguably, the most influential Sardinian group to emerge at this time was Sa Razza 

 

In this paper, I discuss ways in which Sa Razza self-consciously embrace a music scene underpinned by global cultural flows and global chains of signification, while at the same time using it to reclaim localised cultural identity and local authenticity. I argue that Sa Razza uses rap music as a form of cultural expression designed to reclaim agency for disenfranchised Sardinian youth. To this end, I explore how cultural, social, linguistic, and political discourses, particularly those surrounding Sardinia, are framed and narrated through the synthesis of images and music in their lyrics and video clips. 

 

Bio: 

Susanna Scarparo is Associate Professor in the School of Literature, Languages and Linguistics at The Australian National University (ANU, from January 2018). She is co-author of Reggae and Hip Hop in Southern Italy: Politics, Language and Multiple Marginalities (Forthcoming), Reframing Italy: New trends in Italian Women’s Filmmaking (2013), author of Elusive Subjects: Biography as Gendered Metafiction (2005) and has co-edited Violent Depictions: Representing Violence Across Cultures (2006), Across Genres, Generations and Borders: Italian Women Writing Lives (2005) and Gender and Sexuality in Contemporary Italian Culture: Representations and Critical debates (2010). She has also published numerous articles on Italian cinema, women’s life writing, migration, and historical fiction. 

 

 

Accepted Papers

Paper 7: La genesi de “Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta 
Presenter: Angela Guiso, angela.guiso@tiscali.it 

 

Propongo di occuparmi di un argomento ancora sconosciuto: la genesi del romanzo “Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta, cui l’autore fa cenno in 20 lettere circa, ancora inedite. Mi occuperò, ovvero, dei molti dubbi e delle scarse certezze che ne hanno accompagnato la scrittura, dettati all’amico Bernardo Albanese. Squarci e scorci preziosissimi che dimostrano, come nient’altro, le ragioni della sua scrittura e giustificano l’avarizia della classificazione per un romanzo giudicato universalmente un capolavoro. 

“Narrazione, romanzo, racconto, memoriale, che forma è la sua”? si chiedeva lo scrittore Giorgio Todde. Satta, Todde non poteva saperlo, ne era consapevole. “Ho scritto finora tre capitoli. La forma è quella apparente del romanzo: non mi riusciva di scrivere in forma di memoria” Così l’autore il 1/ 9/ 1970. 

Libro solitario, fuori dal flusso della letteratura con il viaggio e il ritorno alle radici, temi di grandezza biblica, che giustificano il titolo privo di accenni alla terra promessa. C’è solo il dolore che, da familiare, si fa sociale e tocca l’acme nella visita al cimitero con l’autore, “ridicolo dio”, chiamato a liberare i morti dalla memoria. Dalla recente pubblicazione dell’epistolario, finora inedito: 120 lettere alla moglie, emerge il debito autorale nei confronti degli scrittori russi e della sua straordinaria cultura giuridica. Si afferma quasi un’oggettivazione giuridica del dolore, un leopardiano eroismo del dolore, seppure venato di suggestioni religiose. 

L’inizio del romanzo data al 25 luglio 1970 a Fregene (Roma), ma la prima lettera in cui dà notizia dell’evento risale al 29 luglio. Poi seguono le altre. 

 

Paper 6: Trauma senza evento. La narrativa italiana al tempo della sottocultura  

Presenter: Andrea Sartori (Brown University), andrea_sartori1@brown.edu  

 

Il paper affronta la questione del “trauma senza evento” formulata da Nicola Lagioia nel romanzo Riportando tutto a casa (2009) e la accosta alle analoghe nozioni di “inesperienza” (Antonio Scurati) e “trauma senza trauma” (Daniele Giglioli), che in vario modo presuppongono la riflessione di Jean Baudrillard sullo “sciopero degli eventi”. Queste espressioni vengono considerate rappresentative della narrativa italiana degli ultimi tre decenni, ovvero di un arco di tempo che ha coinciso con l’affermarsi nel nostro Paese di ciò che Massimiliano Panarari (2010) ha definito, capovolgendo di segno un lemma gramsciano, “egemonia sottoculturale” dei mass media. Il paper argomenta che, dagli anni della svolta berlusconiana in televisione e in politica fino alle fake news di oggi, si è prodotto un processo traumatico, che non coincide con un evento specifico, empiricamente rilevabile tra quelli che scuotono la contemporaneità e la sua immaginazione. Tesi del paper è invece che quel processo è tutt’uno con la diffusa strategia culturale dell’odierno discorso politico e del suo soft power, per il quale – prima ancora d’imprimere un determinato orientamento all’opinione pubblica – va sfruttata, con la complicità della tecnologia, la crisi della nozione comune di realtà. Quest’ultima diviene in conclusione oggetto di un trauma dal tratto epistemologico anomalo, di un lutto la cui cura non può che procedere – come già intuì Sigmund Freud nella lettera a Wilhelm Fliess del 21 settembre 1897 – sul piano della fiction.    

 

Paper 5: Introducing New Grammar:  the Back Door Approach  

Presenter: Henry Batterman (Gonzaga University), batterman@gonzaga.edu 

 

In language classes new grammar structures are often presented to students by means of a chart and a few carefully selected illustrative sentences.  While this approach may be effective for analytically inclined students, it may not work well for others. First, to fortify the connection between form and meaning, adult learners, much like children acquiring their first language, need repeated exposure to the target forms in clearly contextualized settings, not a few isolated examples.  Second, the standard presentation is both impersonal and non-interactional.  In this session the presenter will demonstrate classroom-tested, interactive and personally engaging tasks which lead students to use new grammatical forms in genuine conversational exchange before they receive any explicit explanation of the underlying structures.  For example, by discussing preferences through a  guided series of questions and answers, students naturally use all seven forms of the definite article in Italian before any rules have been formally presented. 

 

Student 1:  “Preferisci il vino o la birra?  l’acqua naturale o frizzante, gli spinaci                        o i fagiolini?  i cani o i gatti? etc.”  

Student 2:  “Preferisco la birra, l’acqua frizzante, etc. 

 

Digitalized images projected along with the questions illustrate the meaning of new words helping students add to their vocabulary and generally stimulate interest and participation.  This “back door” approach can be used to introduce and practice most basic grammatical structures including articles, nouns, adjectives and present, past and future tenses.  A handout will be provided and discussion about the topic encouraged. 

 

Paper 4: Il mare nella scrittura di Cesare Pavese 

Proponente: Daniela De Liso (Università FEDERICO II Napoli), daniela.deliso@unina.it

 

Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908- Torino, 27 agosto 1950) è, nell’immaginario comune lo scrittore delle Langhe. Se la sua scrittura narrativa è, per lo più, ambientata tra città e campagna piemontese, il mare, ponte e confine, attraversa molte pagine della prosa e della poesia pavesiane. Il Mestiere di vivere, diario che accompagnerà per molta parte della vita l’autore, le lettere dal confino inviate agli amici ed alla sorella, I Mari del Sud, poesia incipitale della prima raccolta poetica Lavorare stanca, e le fughe al mare dei personaggi di tanti romanzi rivelano un’idea complessa del mare nella personale Weltanschauung pavesiana. Il contributo indagherà la produzione pavesiana in prosa ed in poesia, anche e soprattutto alla luce del culto per la letteratura americana, che arrivava dall’altra parte di un mare così grande da farsi oceano ad affascinare, sin dalla sua tesi di laurea, Cesare Pavese, con l’obiettivo di chiarire la forte pregnanza simbolica che il mare assume nella scrittura di un autore per il quale l’elemento acquoreo sa farsi specchio dell’anima, prigione di ineludibili frustrazioni, confine che le irrisolte dicotomie dell’uomo non sapranno trasformare in ponte. 

 

Parole chiave: Mare Città Campagna Terra Italia America 

 

Paper 3: The impact of immediacy on Canadian and Italian university students’ learning

Presenter: Giuliana Salvato (University of Windsor, Ontario, Canada), gsalvato@uwindsor.ca  

 

One of the aspects that can affect students’ motivation for learning is known as “immediacy.” Immediacy refers to verbal and nonverbal behavior used by interlocutors to decrease physical and psychological distance between them during communication. For example, maintaining closer proximity to the listener, establishing eye contact, assuming a relaxed facial expression, are some traits that define high, as opposed to low, immediacy.  

 

Within educational settings, studies have inquired about the characteristics that define the relationship between instructors and students, and that may increase motivation and improve learning as a consequence. These studies have been conducted in the U.S., in China, and in a few other countries in Europe and Asia. Our work provides insights into the concept of immediacy at a Canadian and an Italian university setting, respectively a gesture-poorer and a gesture-richer context, and compares its results with recent findings obtained at the University of Hong Kong.  

 

We will begin with a presentation of the characteristics of the survey that we distributed to 200 students of linguistics at a university in Canada and at a university in Italy. We will continue with an examination of how immediacy changes from Eastern to Western cultures in relation to students’ preferences for specific verbal and nonverbal qualities in their Professor’s teaching style. To conclude, we will examine the pedagogical implications of this study by paying particular attention to multilingual educational settings.  

 

BIBLIOGRAPHY 

Andersen, J. F. (1979). Teacher immediacy as a predictor of teacher effectiveness. Communication Yearbook 3, 543-559. 

De Ridder-Symoens, H. (1991). A History of the University in Europe. C.U.P. 

Hall, E. (1973). The Silent Language. New York: Anchor Press. 

Hofstede, G. (2001). Culture’s Consequences. Comparing Values, Behavior, Institutions, and Organizations across Nations. London: Sage Publications. 

Jones, Glen A. (2014). An introduction to higher education in Canada. In K. M. Joshi and Saee Paivandi (eds.), Higher education across nations (vol. 1, pp. 1-38). Delhi: B. R. Publishing.  

Kendon, A. (2004). Gesture. Visible Action as Utterance. C.U.P. 

López-Ozieblo, R. (2015). Cultural aspects of immediacy in an Asian classroom context. ELIA 15, 13-34. 

McCroskey, J., Sallinen, A., Fayer, J., Richmond, V. and Barraclough, R. (1996). Nonverbal immediacy and cognitive learning: A cross-cultural investigation. Communication Education 45, 200-211. 

Mehrabian, A. (1967). Orientation behaviours and nonverbal attitude communication. Journal of Communication 17, 324-332. 

Williams, C. H. (2017). “East Asia Educational Settings.” In Teaching English in East Asia. A Teacher’s Guide to Chinese, Japanese, and Korean Learners, (pp. 25-46). Springer Nature Singapore. 

Zhang, Q., and Oetzel, J. (2006). Constructing and validating a teacher immediacy scale: A Chinese perspective. Communication Education 55 (2), 218-241. 

 

 

BIOGRAPHICAL NOTE 

Giuliana Salvato is Associate Professor of Italian and Second Language Education at the University of Windsor, Ontario, Canada. She earned her Laurea from the University of Padova, Italy, and her PhD from the University of Toronto. Her publications combine the fields of second language acquisition, gesture studies, and multilingualism.  

 

Paper 2: Donna o personaggio? L’attrice e il suo doppio in Trovarsi di Luigi Pirandello 

Presenter: Anna Maria Saba, annamariasaba.ozieri@gmail.com  

 

L’intervento intende presentare la commedia pirandelliana Trovarsi. Scritta nel 1932, l’opera mette in scena il dramma dell’attrice ovvero la scelta tra l’amore e il teatro, la Vita e l’Arte. Una riflessione sulla commedia e le sue rappresentazioni rivela la complessità del personaggio dell’attrice, che in Trovarsi prevede la proiezione nella figura delle sue interpreti. 

La storia delle rappresentazioni dell’opera attesta la singolarità del suo destino: scarsamente rappresentata in Italia e all’estero e mai giunta al cinema, cui pure era destinata, essa lega indissolubilmente la sua fortuna al nome dell’attrice pirandelliana per eccellenza, Marta Abba, che ne fu ispiratrice, dedicataria e sua prima interprete nel ruolo del personaggio della protagonista, l’attrice Donata Genzi. 

 

Inaugurando con il dramma la stagione teatrale del 1932-’33, l’attrice lo portò in tournée con la sua Compagnia in alcuni dei massimi centri artistici italiani, fra cui anche Cagliari, dove Trovarsi, rappresentato ai primi di gennaio del 1933, riscosse un importante successo di pubblico ed una reazione della critica significativa della particolarità del dramma. 

Attenta spettatrice dell’opera, la città di Cagliari partecipa dunque alla promozione del teatro pirandelliano più tardo e meno noto, favorendo così, anche attraverso esso, l’inscriversi della vita culturale dell’isola nella storia letteraria e artistica dell’Italia della prima metà del Novecento. 

 

Note biografiche: 

 

Anna Maria Saba consegue nel 1993 la laurea con lode a Pisa con una tesi in Letteratura Italiana dal titolo Filosofia e Psicoanalisi ne «La coscienza di Zeno» di Italo Svevo”.  

Insegna dal 1994 al 2007 discipline umanistiche al Liceo Pareto di Losanna, in Svizzera. Ottiene nel 2007 la cattedra di Filosofia e Storia, di cui è titolare presso il Convitto Nazionale di Roma. Nel corso degli anni, in virtù di una formazione nell’ambito del teatro, ha costituito una compagnia teatrale a Losanna e poi a Roma, con cui ha realizzato la messa in scena di diversi spettacoli tratti dal repertorio comico italiano. 

Parallelamente all’attività didattica ha conseguito diversi diplomi nell’ambito dell’apprendimento-insegnamento delle lingue straniere. 

Svolge attualmente un Dottorato di ricerca sul teatro pirandelliano presso il Dipartimento di Italiano della Facoltà di Lettere dell’Università di Losanna, sotto la direzione del Professor Alberto Roncaccia. 

Ha pubblicato diversi articoli di argomento teatrale:  

Per una drammaturgia del teatro contemporaneo. Che dire?, in «Ariel» n. 25, 1994; 

La costruzione del personaggio esistenziale dell’attrice in “Trovarsi” di Luigi Pirandello, in  

Atti del Convegno Internazionale di Italinistica dell’Università di Craiova, 2015;  

Le comique sur la scène de “Se trouver”, de Luigi Pirandello : une réalisation particulière de l’humorisme (Colloque Interdisciplinaire de l’Unversité de Lausanne) in Fabula/Les colloques, 16 octobre 2017. 

Sono attualmente in corso di pubblicazione : 

Il tempo e lo spazio sulla scena di “Trovarsi” di Luigi Pirandello (Convegno Internazione di Italiniastica dell’Università di Craiva, 2016); 

La Sicilia come approdo alla trappola dell’esistenza nella novella ‘Lontano’ di Luigi Pirandello (Convegno Internazionale AATI, Palermo 2017) AnnaMaria.Saba.1@unil.ch, annamariasaba.ozieri@gmail.com 

 

Paper 1: The Politics of Hip Hop in Sardinia: Sa Razza 

Presenter: Susanna Scarparo (The Australian National University), Susanna.Scarparo@monash.edu

 

Since the 1980s and 1990s, reggae and reggae-inflected hip hop have provided marginalised Italian youth with a music that has helped them articulate their political values and to create local and global communities which in turn empowered them, and their listeners, with agency. Similarly, in the marginal Italian island of Sardinia, hip hop, reggae/raggamuffin, and fusions between these genres, emerged in the early 1990s as a means of critiquing power structures and foregrounding marginal voices and languages. Arguably, the most influential Sardinian group to emerge at this time was Sa Razza 

 

In this paper, I discuss ways in which Sa Razza self-consciously embrace a music scene underpinned by global cultural flows and global chains of signification, while at the same time using it to reclaim localised cultural identity and local authenticity. I argue that Sa Razza uses rap music as a form of cultural expression designed to reclaim agency for disenfranchised Sardinian youth. To this end, I explore how cultural, social, linguistic, and political discourses, particularly those surrounding Sardinia, are framed and narrated through the synthesis of images and music in their lyrics and video clips. 

 

Bio: 

Susanna Scarparo is Associate Professor in the School of Literature, Languages and Linguistics at The Australian National University (ANU, from January 2018). She is co-author of Reggae and Hip Hop in Southern Italy: Politics, Language and Multiple Marginalities (Forthcoming), Reframing Italy: New trends in Italian Women’s Filmmaking (2013), author of Elusive Subjects: Biography as Gendered Metafiction (2005) and has co-edited Violent Depictions: Representing Violence Across Cultures (2006), Across Genres, Generations and Borders: Italian Women Writing Lives (2005) and Gender and Sexuality in Contemporary Italian Culture: Representations and Critical debates (2010). She has also published numerous articles on Italian cinema, women’s life writing, migration, and historical fiction.